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FUNNY GAMES regia di Michael Haneke

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  27/11/2008 14:07:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dieci anni dopo il “Funny Games” austriaco Haneke ne gira una versione fotocopia e anglofona destinata ad un pubblico non più di nicchia.Le motivazioni possono essere molte:volontà di immettere su un mercato più vasto un prodotto poco conosciuto al grande pubblico,evitare che una delle sue migliori opere venga rifatta dal solito registucolo incapace,ragioni economiche o semplicemente per un vezzo autoriale.
Fatto sta che i due tremendi e glaciali ragazzetti di bianco vestiti sono tornati,il loro scopo è ancora una volta quello di perseguitare la gioviale famigliola in vacanza,indifferenti ad ogni lamento o supplica,spietati nella loro malvagità apparentemente priva di senso.I ricordi che serbo della pellicola originale si materializzano come nel peggiore degli incubi,la tensione e l’angoscia aumentano con il procedere della narrazione,la violenza più dura è sempre fuori campo ma non per questo è meno crudele,le vessazioni psicologiche fanno male quasi fossimo noi stessi a subirle,Haneke costringe lo spettatore ad immedesimarsi nella vittima,lo spiazza con trovate discutibili ma che sottolineano il suo pensiero in maniera decisa.
L’incredibile rewind quando tutto sembra volgere al meglio,gli ammiccamenti in camera di uno degli aguzzini non sono altro che espedienti per sottolineare la finzione in cui ci troviamo,ma anche l’attinenza alla realtà,il cinema è infatti specchio del quotidiano per stessa ammissione del regista, indi per cui contenitore in grado di mostrare ciò che può esistere,come la violenza,fenomeno dilagante nella nostra società,dal quale è molto raro fuggire venendo salvati dall’eroe di turno come capita spesso sul grande schermo.
L’armonia e il caos si scontrano tra le due fazioni,la musica classica si miscela al cacofonico grindcore,la pace del nucleo famigliare si scontra con l’irragionevolezza e la noia assassina dei ragazzi
Haneke gioca con chi guarda, tanto quanto i due folli con le loro vittime,il funny game del regista è quello che perpetra nei nostri confronti,vittime inerti della sua crudeltà cinematografica che possiamo decidere di accettare o sbeffeggiare,questo perché abituati ad un altro tipo di cinema,dove tutto fila liscio e i mostri subiscono ciò che meritano.