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FUNNY GAMES regia di Michael Haneke

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frogmore     3 / 10  22/07/2008 18:07:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto l'alto livello di tensione che si è venuto a creare attorno ai giudizi su questo film, credo sia doveroso fare una premessa: il solo fatto di giudicare negativamente questa pellicola non significa necessariamente non averla capita. A mio avviso, infatti, il tanto affermato "gioco" che si sarebbe venuto a creare tra lo spettatore ed il regista non esiste, e questo perchè Haneke si pone al di sopra delle parti rivestendo il ruolo di un dittatore che non lascia spazio alcuno allo svolgimento dei fatti: in pratica egli presenta una storia già scritta sin dal principio, in cui ogni possibile variazione viene rimossa, cosa che ci dimostra con la tanto citata scena del rewind, in cui tra l'altro vengono tradite le stesse aspettattive dello spettatore che si trova, presumibilmente, schierato con la povera famigliola e contro i due torturatori. Se è vero che è stato un tentativo di portare un modo di far cinema "rivoluzionario", per me ha fallito, e non perchè sono abituato a certi canoni o stereotipi, ma perchè sono convinto che non ci sia riuscito e basta. Tra l'altro, non ho trovato traccia alcuna di violenza psicologica, presente invece, tanto per fare qualche paragone, in film come "Festen", il primo dei Dogma 95, o addirittura, anche se in maniera diversa, in Donnie Darko.
Invia una mail all'autore del commento sb6r  22/07/2008 18:24:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"...e non perchè sono abituato a certi canoni o stereotipi, ma perchè sono convinto che non ci sia riuscito e basta."

Complimenti per la spiegazione densa di significato.
Alcuni appunti:
1) ogni storia è già scritta sin dal principio; sei tu, spettatore, a leggerla o vederla in seguito.
2) Forse ti è sfuggito ma la scena dell'uccisione e del successivo rewind è stata voluta proprio dal regista; il riavvolgimento non è un torto che lo spettatore subisce passivamente come se stesse guardando un reality.
3) La violenza psicologica in realtà c'è fin dall'inizio con la storiella delle uova dove è difficile non provare fastidio per il modo di fare dei due ragazzi. Prosegue con la scena dello spogliarello fine a se stesso, al sapere che saranno comunque ammazzati e via dicendo... magari non ti avrà colpito o impressionato ma da qui a negarne l'esistenza ce ne passa.
Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  23/07/2008 01:19:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pensa che per tre volte ho tentato di guardare Donnie Darko e per tre volte ancora non sono riuscito ad arrivare alla fine senza addormentarmi.

Una cosa su quel che hai scritto: nessuno ha detto che lo spettatore deve partecipare al gioco come meglio crede. Anzi. Non può. Chiami Haneke dittatore, bene, in tal caso svolge il suo ruolo di supremazia in modo eccellente.
Quoto 'ogni storia è scritta dall'inizio' di sb6r, non riesco proprio a capire il senso di quella tua affermazione: in nessun film esiste una storia che non sia già stilata. Al massimo ci sono quelle di cui gli spettatori possono arrivare ad afferrare il/i significato/i prima della fine e altre no o quasi. Quest'ultimo è sicuramente il caso di Funny Games, e se non piace è in grandissima parte perché irride le aspettative e il cervello di chi ne seguiva [e non che ne segue] la storia. Sarei curioso di sapere dove ti è capitato di vederne una che non fosse già scritta.
frogmore  23/07/2008 16:24:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti sia tu che sb6r avete ragione su quell'affermazione, scritta così non rende l'idea di quello che realmente volevo dire, ma provo a spiegarmi meglio: è vero che ogni storia è già scritta, non a caso ogni film ha il suo copione, ma qui viene forzata la mano: Haneke non lascia che gli eventi possano fluire e svilupparsi liberamente, ma al contrario vuol dimostrare appunto come gli eventi siano già stati decisi in precedenza e come ogni cambiamento sia irrealizzabile. In pratica è come se il destino di quella famiglia fosse stato quello di morire comunque, mentre i due aguzzini l'avrebbero dovuta far franca in ogni caso: è questo ciò che mi è stato trasmesso dalla scena del rewind; è come se, cioè, Haneke avesse interrotto il film e avesse detto a noi spettatori: " non aspettatevi che succeda questo perchè non è possibile, è come se voi stesse assistendo ad un evento già accaduto che non può essere cambiato ". E' appunto questo suo voler dimostrare questa sorta di "pre-destinazione" dei protagonisti che non mi ha convinto. Riconosco il coraggio nel fare qualcosa che nessuno avrebbe forse mai pensato di fare, ma resto comunque scettico sul suo esito. Tutto questo naturalmente solo a titolo personale.
Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  23/07/2008 17:31:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mh. Sì, adesso mi è chiaro senza buchi il tuo punto di vista. Hai letto nel film un tentativo di Haneke che su di te non ha sortito alcun effetto positivo. E in effetti non vedo nulla di insensato in ciò che hai detto, è una tua opinione motivata. Pur rimanendo di un'idea diversa, m'è piaciuto leggere la tua spiegazione.
Arigatou e sayounara frogmore.