X-FILES: VOGLIO CREDERCI regia di Chris Carter

hghgg     4 / 10  30/01/2014 12:50:50 » Rispondi
Mediocrità totale. Se il primo film almeno si inseriva nella logica e nelle meccaniche della serie, tra la quinta e la sesta stagione, questo qui è solo il prodotto di una becera e insensata operazione commerciale. Riprende qualche anno dopo la fine della serie ma francamente non c'è nulla nella gestione della narrazione e nella sceneggiatura che possa ancora farti appassionare alle vicissitudini di Mulder e Scully (creature senza nome... :D) che dovevano terminare nel 2002, maledetto marketing. La storia poi, banalissima e tremendamente scialba, la cosiddetta "Mitologia" (che poi era la parte capolavoro di X-Files, almeno quasi sempre) lasciata a casa per far posto a qualche pazzoide Dottor FrankenSTIN della genetica, un prete pedofilo sensitivo, le turbe da menopausa in pericoloso avvicinamento di Dana Scully (perché questo è, i dubbi e i turbamenti psicologici son rimasti nella serie, qui è solo una lagna costante), una Gillian Anderson che in realtà più invecchia più migliora ma è incastrata qui in un personaggio a cui non viene restituito nulla della verve degli anni d'oro, nonostante l'interpretazione non tutta da buttare della Anderson. Duchovny qui invece è inguardabile, lui e Mulder che su poretto, è anche ora di fargli godere la pensione no ?
Ma alla fine un'ora e mezza di inutilità serve solo a farci arrivare alla sospirata (ancora ? Ebbà...) scena romantica con bacio dei due che finalmente dovrebbero essersi sistemati (in realtà in tutto il film dovrebbero stare insieme... dovrebbero, poi si contra-contraddicono ogni 9 secondi, al solito). Ora dovrebbe essere definitiva. Ecco Carter, hai fatto contento chi voleva il coronamento d'amore tra i due, adesso però pensionati. Ho sentito dire che sono tutti disposti a fare un terzo film... non è vero eh ? Mi prendo in giro vero ? C'è di mezzo quel bastardo dell'Uomo che Fuma, lo so.
Speriamo che il progetto vada a put-tane, tante put-tane, così perde più tempo. Carter, dico, e ovviamente Duchonvy.