caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

HARRY POTTER E IL PRINCIPE MEZZOSANGUE regia di David Yates

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
metathron     8 / 10  19/07/2009 23:11:15 » Rispondi
Dei precedenti episodi della saga mi era piaciuto veramente solo Il Prigioniero Di Azkaban, per l’idea innovativa del viaggio nel tempo, con la narrazione di due linee temporali parallele che si completano a vicenda, invece della solita declinazione di linee temporali alternative che si negano a vicenda.
Ma in generale i film (soprattutto Il Calice Di fuoco) mi parevano un po’ macabri e caotici, poi l’attore che fa Harry mi è sempre parso molto remissivo e poco espressivo.
L’ordine Della Fenice ha iniziato a delineare la presenza di una storia drammatica ben definita. Finalmente Tu Sai Chi si è rivelato. E il finale, con la ricerca della profezia, lo trovo una riuscita convergenza di eventi, con la morte di Black e l’incontro-scontro tra Voldemort e Harry.
Già solo guardando il volume di pagine dell’Ordine Della Fenice mi è venuto il dubbio che la narratrice abbia fatto un salto di qualità nella narrazione. La trama si fa molto più articolata e inizia a focalizzarsi attorno al confronto diretto con Voldemort.
Ho letto il Principe Mezzosangue e mi è veramente piaciuto. Mostra una strutturazione drammatica articolta ed è scritto veramente bene.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA DEL LIBRO

Sì, per questo film si tratta della solita questione: il film è una degna trasposizione del libro?
Il film è la seconda faccia della stessa medaglia. La prima faccia è il libro. Questa è una saga dove libro e film sono strettamente collegati. Gli ultimi 3 libri hanno un’impostazione molto filmica, sono scritti come sceneggiature. La produzione dei libri è intrecciata strettamente ai film corrispondenti, che escono nelle sale 1,5-2 anni dopo.
Poi c’è da ricordare un semplice fatto. Libro e film sono due forme d’arte differenti. Il libro è arte della parola, l’immaginazione creativa del lettore crea interiormente l’immagine di quello che viene letto. Il film è arte dell’immagine. In quanto tale passa attraverso un processo di trasposizione che trasforma il libro in una sceneggiatura e in una serie di immagini, seguendo una serie di scelte individuali (sceneggiatori, regia, fotografia, effetti speciali…) che necessariamente danno al libro una sola lettura, che non può corrispondere per definizione alle infinite individuali immaginazioni interiori con cui ogni lettore ha immaginato il libro. Quindi è ingenuo continuare a dire che un film non corrisponde al libro da cui è tratto, lamentandosene, perché non può che essere così. Il libro è un’avventura interiore, individuale, di immaginazione. Il film da un’unica immaginazione definitiva, seguendo le scelte individuali di una serie di soggetti che lo girano, ne è l’indurimento in una forma unica.
E’ ovvio che chi ha letto il libro trovi il film riduttivo, se si fissa all’esteriorità dell’esecuzione filmica. Che perde tutte le implicazioni immaginative individuali della lettura.
Ma il film può essere visto anche come una nuova immaginazione degli stessi fatti del libro. Sono nuovi stimoli.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

EFFETTI SPECIALI E TECNICA FILMICA
Il film è una trasposizione stretta del libro. In questo gli effetti speciali sono un elemento maturo. Come in altri film di fantasy-fantascinza servono la narrazione.
In questo l’effetto speciale si definisce come un’evoluzione del tema rinascimentale della prospettiva, come tentativo oggettivo di riprodurre la realtà. La prospettiva nasce nel quattrocento ed è una vera rivoluzione. È una sfida. Rappresentare il reale. Nel modo più reale possibile. Lo spazio diventa un meccanismo perfettamente costruibile e rappresentabile dalla ragione. Se poi pensiamo alla pittura fiamminga, vive dello stupore della riproduzione iper-reale del reale. L’effetto speciale porta questo ad un gradino di perfezione inimmaginabile. Rappresenta come reali (perfettamente reali) fenomeni immaginari. Per tornare alla tempesta di fuoco siamo in presenza di un fuoco magico che segue la volontà di Silente. Se pensiamo a quello che ne sta alla base: un cinema 4d con rappresentazione cartesiana dello spazio e percezione prospettica. Poi lo studio di un pug-in (pyro?) che riproduce realmente la dinamica del fenomeno fuoco (e possiamo vedere negli ultimi anni in vari film come gli effetti di fuoco si siano evoluti). Il risultato di qualche settimana di lavoro al pc è quello di una tempesta di fuoco assolutamente realista che si manifesta in uno spazio e comporta una serie di eventi. Se si pensa anche allo sviluppo della fisica nei videogiochi stiamo sempre affrontando il tema della rappresentazione del reale, in modo che sia più reale del reale. L’effetto speciale è questo. Piegare le leggi della realtà all’immaginazione. In modo da poter rappresentare l’immaginario come reale.
Questi film in questo sono molto meno artistici di molti film anni 60-70. La fotografia (le luci, l’inquadratura, la composizione) e la ripresa non hanno niente di innovativo o individuale. Il regista sembra solo un tecnico per assemblare un buon film da un buon libro. Non ha nessuna velleità artistica. L’effetto speciale nella sua intenzione di riprodurre l’immaginazione come se fosse reale (e in questo riprodurre la narrazione fantastica) sembra avere tutta l’attenzione.

Il film è bello. È un bel film. Con molte immaginazioni e suggestioni.
Presenta poi una riduzione adolescenziale goliardica dei primi amori (va di moda?) come parte comica, che alleggerisce il dramma. Un film da vedere.
Ancor meglio: il libro da cui è preso merita veramente di essere letto.

miao a tutti