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IL DIVO regia di Paolo Sorrentino

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gerardo     9 / 10  11/06/2008 00:32:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“Signora, gradisce UN trasgressione?”

Una sequenza di omicidi e stragi apre il film con un ritmo che rende perfettamente l’idea della tempistica dei misfatti italiani negli anni a cavallo tra i ’70 e gli ’80, riproducendone appunto l’impressionante sequenzialità criminale con cui la politica e la storia recente italiana si è evoluta. È un incipit visivamente strepitoso, che ricorda tantissimo, nella potenza evocativa, il grande cinema di Scorsese e, in qualche misura, quello più pomposo – ma esteticamente (e politicamente) non meno efficace – di Oliver Stone.

L’uomo in più

Giulio Andreotti è la figura politica più complessa, longeva e rappresentativa della storia dell’Italia repubblicana: simbolo ecumenico e graffiante del Potere, riassume in sé i caratteri profondi della cosidetta Prima Repubblica (che in lui si identifica totalmente), col suo carico perverso e glorioso di sviluppo economico e delle strutture democratiche italiane al prezzo di tragiche doppie fedeltà e strategie occulte e sanguinarie. Praticare (anche) il Male per avere il Bene (del Paese, si sottintende) è il senso che “Il Divo” Andreotti (secondo Sorrentino, e non solo) dà del suo operato, ma che nel confessionale diventa piuttosto una giustificazione e una discolpa sulle proprie responsabilità politiche, storiche e – da ultimo – giudiziarie.

L’amico di famiglia

A un certo punto del film c’è una scena in cui Andreotti distribuisce pacchi di pasta, biscotti, giocattoli e soldi ad alcune famiglie indigenti. È l’unica concessione al minimalismo che vediamo nel film.
Sorrentino sceglie di raccontare, dell’estesa storia andreottiana, il periodo che segna il tramonto del protagonismo politico del divo Giulio. Non è un film realista in senso stretto, né un’opera documentaria ed esaustiva sul personaggio di Andreotti. Sorrentino trova il modo migliore di raccontare una storia profondamente italiana senza ricorrere all’enunciazione didascalica (e un po’ pedante) di fatti e misfatti (come per es. in “Segreti di Stato” di P. Benvenuti, eloquente sin dal titolo), ma proponendo la sua particolare visione d’autore che reinventa un’intimità del personaggio di Andreotti, collocandolo nel contesto delle vicende italiane degli anni ’90. Con una splendida regia venata come sempre di surrealismo e grottesco, Sorrentino mostra un verosimile volto del Potere senza la pretesa, appunto didascalica (e pedagogica), di rivelarci la verità assoluta sull’ambiguità della figura andreottiana, che da sola rappresenta il potere stesso in Italia.
Il Divo dialoga spesso con la propria coscienza, si autoesamina, si autoassolve prima che lo facciano pubblicamente in tribunale. Non aspetta il giudizio della Storia, anche se nella coscienza gli resta la ferita aperta del rapimento e uccisione di Aldo Moro, una sorta di spettro persecutorio che gli aleggia attorno costantemente.
L’impossibilità storica di raccontare fatti ed eventi non provati trova una geniale soluzione nella rappresentazione onirica del bacio con Totò Riina: il surreale, in questo caso, descrive un’ipotetica realtà meglio di un convinto (e rischioso) realismo, accentuando i caratteri comico-grotteschi che attraversano il film in alcune sue parti. D’altronde l’ironia – anzi, il senso dell’umorismo – è proprio l’arma in più che possiede Andreotti, quella risata (a denti stretti) che ci seppellirà…
Splendida colonna sonora, con brani originali di Teho Teardo.

“Presidente, sta arrivando una brutta corrente”
patt  11/06/2008 13:01:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bravissimo, commento strepitoso!
gerardo  11/06/2008 13:32:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
luv!
martina74  13/06/2008 13:12:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Teho Teardo suona dalle mie parti per la notte bianca!
Pasionaria  11/06/2008 08:41:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo, Gerry, commento intenso e bello il richiamo agli altri due film di Sorrentino, che idee ti frullano per la testa...;)




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gerardo  11/06/2008 13:32:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ghgh! :)
Non so cosa mi passi per la testa, ma di sicuro la birra di ieri sera deve aver avuto la sua parte. :)))
Penso che ci sia una forte linea di continuità in tutto il cinema di Sorrentino, coi suoi protagonisti un po' fuori dal comune, tanto surreali quanto veri.

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martina74  12/06/2008 12:15:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravissimo gerry, ottimo commento per un film splendido. L'ho visto ieri sera e sono rimasta a bocca aperta per la bravura di Sorrentino.
gerardo  12/06/2008 13:25:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nghè!

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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  11/06/2008 13:55:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bella la scomposizione sorrentiniana, molto azzeccata.
Tra l'altro non conoscevo Teardo, ora cerco qualcosa.
gerardo  11/06/2008 13:59:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:)

Teardo è l'autore delle musiche de La ragazza del lago, tra gli altri. Negli anni '90 il Consorzio Produttori Indipendenti dei CSI gli produsse un album con gli "Here".
patt  11/06/2008 14:05:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ho scar..sentito qualcosa, ma da "solo" e decontestualizzato sembra perdere fascino.
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  11/06/2008 14:06:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo, grazie della segnalazione, ora recupero un po' di roba.
Gabriela  13/06/2008 12:19:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche a me è piaciuto molto il richiamo a uomo in più e amico di famiglia... lo so non sono originale! :-)
gerardo  13/06/2008 13:08:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
dove c'è gusto non c'è perdenza... :) (pciù)