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IL DIVO regia di Paolo Sorrentino

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maremare     8 / 10  02/06/2008 02:09:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Film di difficile valutazione.
Iniziamo subito col dire che Sorrentino è un signore regista e lo dimostra pure in questa sua ultima opera.
Vola alto e si cimenta con un soggetto lastricato di bucce di banana: il divo Giulio Andreotti.
In perenne bilico tra il grottesco e il pamphlet, il surreale e il docudrama, il film alterna momenti memorabili (l'inizio è folgorante) ad altri in cui l'effetto Bagaglino è sempre dietro l'angolo. Del resto il personaggio è talmente grottesco in sè che, nonostante l'interpretazione superlativa di Servillo, è difficile non riandare con la memoria a Oreste Lionello o alle vignette del grande Forattini.
In fin dei conti l'impressione è che Sorrentino da una parte non vorrebbe prendere posizione e descrive il figlio prediletto di una certa Italia con i suoi vizi, le sue debolezze: un borghese piccolo piccolo acuto e un po' fanfarone, un Giulio così come viene visto nell'intimità dalla moglie (è la parte migliore del film).
Del resto Sorrentino non può non prendere posizione nella seconda parte, forse la meno riuscita, dove sterza sulla cronaca giudiziaria, raccontando quello che già tutti sappiamo.
Personalmente avrei concluso il film mezz'ora prima sulla scena memorabile di Giulio e la moglie seduti davanti alla televisione, mano nella mano, dopo che egli ha comunicato alla moglie di essere indagato per mafia.
Sulle note de ' I migliori anni della nostra vita' di Zero, la moglie di Giulio (interpretata da una superlativa Bonaiuto) osserva il marito: in quello sguardo c'e tutto il dubbio di una donna che si chiede chi sia l'uomo che ha sposato.
Comunque, nonostante alcune imperfezioni, questo rimane un film da non perdere, sia per il talento di un grande regista, sia per il tentativo di fare luce sull'enigma Andreotti. Forse la verità dell'enigma risiede nella frase che il parroco di S.Maria in Lucina dice al fedele Giulio: 'Tu e De Gasperi siete gli unici ad essere venuti tutti i giorni in Chiesa, solo che lui veniva per parlare con Dio, tu per parlare coi preti'.
Giulio Andreotti: un uomo nato per essere statista, che poteva svolgere solo quella professione e il cui unico scopo era quello di avere voti.
Come li ottenesse lui non voleva saperlo, a quello ci pensavano le 'brutte correnti'.
patt  02/06/2008 20:38:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mare, ti avevo scritto una cosa ma mi hanno cancellata, diccelo.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  02/06/2008 23:12:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io fui, dopo aver corretto gli ingarbugliati rimandi sorrentino-servillo...
maremare  03/06/2008 01:48:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
fu quel cattivaccio peloso di gellobello dietro mia richiesta (non di cancellare il tuo commento eh).. ma posso intuire che ti riferissi alle confusioni tra cognomi che si fanno quando si superano gli 'anta'.. comq consoliamoci pattuncola, la cosa diventa grave quando si iniziano a confondere i nomi dei nipoti.. ghgh

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marco86  02/06/2008 17:09:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
non ho capito bene perchè non ti è piaciuta molto la seconda parte (sai anche bene che il film non poteva tralasciare quei contenuti),però ho apprezzato il fatto che hai sottolineato la scena dei due sposi davanti la tv e con renato zero in sottofondo.l'ho trovata di una delicatezza unica ed è secondo me la scena che potrebbe assurgere a simbolo dell'enigma andreotti:da un lato il crimine che lo circonda,dall'altro l'amore di/verso una moglie che di lui,probabilmente,non ha ancora capito molto.
maremare  03/06/2008 01:58:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
bhe mi è piaciuta solo un po' meno, del resto al film ho dato 8.
dico questo perchè in fondo il film è fatto di situazioni e nella seconda parte un po' viene snaturata la vena surreale, raccontando l'iter processuale. comq la famosa scena del bacio è veramente ben realizzata. insomma parlando di andreotti la carne al fuoco è tanta e immagino l'immane lavoro di cesura di sorentino.
personalmente ho apprezzato il tentativo di raccontare un andreotti intimo, inedito, senza per questo sorvolare sulle colpe politiche, come è avvenuto fino alla scena cult della canzone di zero. chiudensolo là si sarebbe sicuramente perso qualcosa, ma ne sarebbe uscito un film più compatto che avrebbe sfiorato il capolavoro. ma è questione di punti di vista eh.