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SOUTHLAND TALES regia di Richard Kelly

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Invia una mail all'autore del commento williamdollace     10 / 10  13/04/2024 23:13:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
The supplication of a dead man's hand Under the twinkle of a fading star.
T.S. Eliot

La fine del mondo come la più grande sconfitta di ogni paura e finalmente l'Abbandono ma anche una storia di amore sottocutaneo che sopravvive al cancro mediatico: Southland Tales di Richard Kelly.
Non come una messa ma come una processione di guerre ignorate dai mezzi di informazione, sempre intenti all'auto-glorificazione e alle curiosità di tragiche morti locali e geolocalizzate. È il ritratto gang bang di un impero che muore di sfuggita, a pezzi di fast-food che prolificano, maniacalità a bottoni, network come dittature da far collassare con line-dance direttamente dal sistema cardiovascolare del futuro, profetico da miocardio nel controllo totale dell'immagine e della trasmissione centralizzata dei dati, illusorio come un castello di cartapesta e pixel a piramide, tutto questo mentre il sonoro di Moby sfregia pavimenti industriali scoprendo ferraglie di bellezza.
Lo sconvolgimento visivo e immaginifico che Richard Kelly opera con il montaggio fortemente sineddoche mina le palpebre e provoca aritmie visive nello spettatore in un collasso talmente postmoderno da essere post e basta. L'artificio effettato scopre la carne nuda, organi interni che non sapevamo di avere, e con questa la scoperta di una malattia autoimmune che sorge da noi per in noi morire.
Prima di ogni tentato suicidio allo specchio e porno-star che rimangono star, un ballo the killers da soldati in lustrino di un occidente allo sfascio sotto le fucilate overload di uno spionaggio d'accatto, superpotenza in vagoni di bare che tornano da oltre oceano in una delle scene accuratamente tagliate dal Grande Fratello in vesti di dietologo di realtà.
Lo schianto POP a capitoli è un call-center di cecchini in radiografia temporizzata, e prima dell'apocalisse, il ballo degli angeli della memoria, affinché lo scoppio sia sincronizzato, dal cielo di un'astronave, e soprattutto, la cosa più bella che avrete mai visto.

[sourhland tales, richard kelly, USA 2006]

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