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TRAIN DE VIE - UN TRENO PER VIVERE regia di Radu Mihaileanu

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kafka62     7½ / 10  28/02/2018 08:34:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A ridere dell'Olocausto ci aveva già provato, negli anni 40, Ernst Lubitsch con "Vogliamo vivere". Verso la fine degli anni '90, in curiosa consonanza di tempi con "La vita è bella" di Roberto Benigni, è stata la volta di questo bel film del romeno Radu Mihaileanu. "Train de vie" è una favola bizzarra e utopistica, romantica e scatenata, che inneggia con vitalistico buonumore all'uomo e alla indomita capacità di sopravvivere con la fantasia agli orrori della Storia. Non è un film semplicistico, "Train de vie", tutt'altro: dietro l'aspetto farsesco e caricaturale di molte situazioni e personaggi (i finti nazisti che recitano le preghiere ebraiche di fronte agli occhi increduli dei partigiani che li osservano con il binocolo, la sobillazione comunista fomentata da un velleitario gruppetto di neofiti marxisti) si intravede infatti la tragedia della shoah e il racconto del treno che un intero villaggio ebreo allestisce per fuggire in Palestina, simulando avventurosamente una deportazione per passare inosservati, non è altro che un sogno ad occhi aperti di Schlomo, il folle, che vediamo nell'ultima immagine del film dietro al filo spinato di un campo di concentramento. Sognare per sopravvivere, dunque, per continuare a credere che il mondo sia migliore di quello che alle volte tristemente ci appare, per continuare a credere nell'amore, nella solidarietà, nella vita. E allora è più che plausibile che i nazisti che sbarrano la strada al treno siano altri fuggiaschi mascherati, degli zingari questa volta, e che tutto finisca in una danza liberatoria in cui tutti, dal rabbino più ortodosso alle zingare più provocanti, si scoprono alla luce dei fuochi notturni fratelli, e in cui quello che conta non è più se Dio esiste, ma se esiste – e il regista ne è sicuramente convinto – l'uomo.