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THE MIST regia di Frank Darabont

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oh dae-soo     7 / 10  27/11/2010 14:06:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento potrebbe contenere anticipazioni.

C'è tutto Stephen King in The Mist. Lo scrittore americano, sicuramente il più grande creatore di storie e suggestioni vivente (50 film tratti da lui), di cui dichiaro con un mix di orgoglio e vergogna di aver letto tutta la produzione fino al 2004, ancora una volta tratta il suo tema piu caro: la piccola comunità, in cui tutti conoscono tutti, minacciata da qualcosa di ultraterreno (come It, Cose Preziose, La Tempesta del secolo e decine di altri). Savolta non siamo a Castle Rock, ma poco cambia.
E Darabont dopo aver già preso dal Re i soggetti de Il Miglio Verde e Le Ali della libertà fa di nuovo centro, senza raggiungere però i livelli degli altri due film.
The Mist è probabilmente un'opera che ha una valenza più alta di quella che mostra all'apparenza.Opera metaforica se ce n'è una, affronta l'interessantissima tematica del terrore dell'ignoto e di come una comunità si possa stringere a se stessa per affrontare tale paura. Paura che forse è rappresentata al meglio nella figura della donna timorata di Dio. E' veramente una punizione divina quella che ha colpito la cittadina? L'uomo ha voluto estendere troppo la sua conoscenza da dover essere punito? Oppure, come sembra, Dio non c'entra niente? La fantascienza gioca a carte con la religione in The Mist ma forse è proprio la componente ieratica impersonificata dalla donna a rendere la pellicola un pò troppo pesante, almeno in tutta la parte centrale. Probabilmente una durata minore (qui siamo a 2 ore) avrebbe snellito la sceneggiatura senza fare perdere minimamente forza alle tematiche che voleva sollevare. L'ambientazione è ottima (strizza tutti e 2 gli occhi a Romero), la direzione degli attori, una trentina in pochi metri quadri, gestita in maniera quasi perfetta, gli effetti speciali qua e là un pò deboli ma buoni in generale. Nel tragico finale abbiamo secondo me il punto di forza e insieme di debolezza del film. Perse ormai le speranze il protagonista si rende colpevole di un terribile gesto ma in realtà il perdono divino o semplicemente l'intervento dell'esercito, sarebbe avvenuto appena dopo. Ovvio il monito di non perdere mai la speranza, la fiducia, di lottare sempre fino alla fine. Ad un livello meno trascendentale però tale finale sembra quantomeno improbabile. Non possiamo assistere quasi in tempo reale alla città assalita da mostri, alcuni grandi come montagne, e poi in 3 minuti, il tempo di compiere il gesto sopracitato, ritrovarci finalmente liberi, ripuliti dalla nebbia e da ciò che nascondeva. C'è senz'altro un errore di tempi o montaggio in Darabont (non ricordo nel racconto). Poco male, The Mist più che un film di immagini è un film di contenuti, un film su come la paura del non conosciuto sia assimilabile al timore di Dio, su come l'uomo in situazione di pericolo si unisca per fronteggiarlo, su come l'eccessiva voglia di conoscenza, di avidità del sapere, di allargare i propri limiti, possa portare l'umanità alla distruzione.