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THE MIST regia di Frank Darabont

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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly     7 / 10  12/10/2008 15:57:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo un primo tempo da dimenticare, che sembra la carta carbone meteorologica dell'Alba dei morti viventi di Romero, Darabont aggiusta il tiro grazie al prezioso elemento del personaggio della bravissima Marcia Gay Harden, una predicatrice pazza e bigotta che mette in evidenza come la natura umana sia fragile nei momenti di panico, e soprattutto grazie ad un finale di un cinismo ineluttabile, bellissimo; Darabont paga però lo scotto di avere avuto a sua disposizione un budget di 10 euro e due arance, che emerge tutto nei pessimi effetti speciali: ridicola la prima apparizione dei "mostri", telefonate tutte le altre scene di tensione, che seguono cliché del genere ormai abusati.
Simmetria84  12/10/2008 20:07:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la predicatrice secondo me è una figura abusata, e affatto nuova, in questo film però è riuscita a farmi irritare + del normale :) ho gridato "Grazie Signore" quando l'hanno "zittita"
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  12/10/2008 20:37:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo personaggio reso magnificamente dalla Harden; il resto, però, a parte il finale, non mi ha esaltato.
ferro84  15/10/2008 02:07:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il budget ridotto si vede ma la regia nelle scene di azione sopratutto quella imbarazzante dei tentacoli è veramente scadente come gli attori
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  15/10/2008 12:07:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io ho notato una netta distinzione tra la prima e la seconda parte del film.
Confesso che la prima parte mi ha veramente deluso: solito supermercato, solita gente intrappolata all'interno, soliti mostri cattivi all'esterno, che peraltro irrompono sulla scena in modo pessimo, con i famosi tentacoloni.
La seconda parte, invece, in cui prende quota il personaggio di Carmody, è veramente ben fatta: Marcia Gay Harden è bravissima (l'unica, in verità) e trasmette un reale senso di disagio con il suo passare da pazza invasata a messaggero di di0 agli occhi della comunità; inoltre il finale è veramente ben fatto, ed è lì che in effetti Darabont mostra di essere un regista con delle idee coraggiose ed una certa tecnica.