stica 7½ / 10 20/09/2008 11:12:50 » Rispondi Il mio giudizio è viziato dal conoscere il racconto da cui è tratto il film, se avessi visto la pellicola senza sapere cosa aspettarmi, probabilmente il voto sarebbe stato più alto. Diciamo che, rispetto agli altri film di Darabont tratti da racconti di King, qui c'è meno caratterizzazione dei personaggi, che, per quanto ben delineati, credibili, autentici, sono tropp numerosi, e per forza di cose la regia ha dovuto omettere alcuni particolari:
Nel racconto David non torna a casa, perché certo che la amatissima moglie è morta, e in una situazione del genere nn serve farsi prendere dal romanticismo, ma pensare alla salvezza del proprio figlio. Ancora, nel racconto David fa sesso con Amanda, la bionda... Un rapporto carico di sensi di colpa, avvenuto per scaricare la tensione.
Tutto poco plausibile nel film, forse addirittura ridicolo, ma da Darabont mi aspettavo l'impossibile, ovvero di far trasparire anche questo cinismo, questo attaccamento alla realtà, anche alle pulsioni più umane.
di nuovo, se non avessi letto il racconto, forse lo avrei trovato nero come molti di voi dicono. E' amaro, sì, ma solo io ci vedo un lieto fine?! Si ok nella storia personale del protagonista è parecchio angosciante, ma io spettatore mi sono sentito sollevato, dopotutto la nebbia si è diradata. Il racconto ha un finale aperto, ma la speranza che il mondo torni così come noi lo conosciamo è davvero flebile, flebile come il nome di una cittadina sentito attraverso il rumore bianco della radio. Quindici anni fa avevo chiuso il libro con un senso di angoscia che ancora ricordo bene, e allo stesso tempo con una piccola vittoria nei confronti di quelli rimasti nel supermercato, a lottare tra loro e contro i mostri che nel giro di poco distruggeranno la vetrata. Il finale del film, può sembrare assurdo me ne rendo conto, non mi ha colpito così tanto.