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CITTA' PORTUALE regia di Ingmar Bergman

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amterme63     6½ / 10  13/08/2010 16:39:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una discreta opera di un ancora immaturo Ingmar Bergman. Risente molto del gusto neorealista che si stava diffondendo dall'Italia a tutto il mondo. Neorealista è però solo la veste esterna come ad esempio l'ambientazione popolare (vedi le prime immagini di un quartiere povero di una città portuale), i protagonisti poi provengono dai ceti più bassi e sono colti nei loro lavori umili e nei loro divertimenti, non ci si vergogna infine di usare come protagonisti delle persone (di buon cuore e fondamentalmente oneste) che l'ambiente difficile spinge a percorrere brutte strade e brutte compagnie.
La veste neorealista non serve però a Bergman per denunciare la perversione dei meccanismi economici e sociali; i temi di cui si occupa sono quelli del difficile rapporto familiare (fra marito e moglie e fra genitori e figli), la severità immotivata dell'educazione e della tutela legale, la difficoltà di armonizzare i rapporti amorosi e instaurare una chiara e completa confidenza e comunicazione reciproca in una giovane coppia.
In teoria il protagonista del film è un uomo, un marinaio schivo e introverso, del cui passato però non sapremo mai niente e in generale della sua personalità. La vera protagonista è la ragazza, di cui viene fatto conoscere tutto il suo passato (grazie a flashback) e ogni sfumatura e risvolto del suo difficile e complicato carattere.
La questione dell'emancipazione femminile è il vero tema del film: si toccano argomenti scottanti per l'epoca come l'aborto e la libertà sessuale (l'uomo s'incupisce a sapere che la sua ragazza ha avuto altri uomini prima di lui, senza domandarsi se anche lui ha avuto altre donne prima di lei).
Bergman ci fa seguire abbastanza bene i dolori, i sentimenti, gli alti e bassi della "protagonista" femminile. Ci si immedesima molto facilmente. La sceneggiatura soffre però di diverse forzature drammatiche e di troppe casualità determinanti. Qua e là si cominciano a vedere le soluzioni tecniche originali (tipo l'uso frequente di specchi) che renderanno molto più espressivi i film futuri. Qui ci si limita a raccontare una storia bella e toccante, forse un po' convenzionale, senza arrivare a toccare e ad approfondire i fondamentali temi universali dell'amore e dell'esistenza, quei temi che renderanno i film futuri di Bergman così coinvolgenti e attuali.
Questo film magari può essere interessante per conoscere un po' di Svezia tardi anni '40.