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LA PIANISTA regia di Michael Haneke

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GianniArshavin     8 / 10  06/03/2014 18:58:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La pianista è un altro grande lavoro di Michael Haneke,regista di spicco del panorama europeo cinematografico arrivato un po tardi ai grandi palcoscenici.
Questa volta Haneke ci racconta la storia di Erika,una pianista di mezza età conosciuta in società come una severa,colta ed algida insegnante al conservatorio che vive ancora con l'oppressiva madre. Nel privato però la facciata integerrima di Erika cade e la perversione sopita dopo anni di rinunce e frustrazioni riemerge in tutta la sua potenza trasformando la pianista in una donna assetata di esperienza,sessuali e corporali,violente ed estreme. Ovviamente tutto questo non avrà conseguenze piacevoli.
Il regista tratta ancora una volta un tema scottante,potenzialmente banale,che l'autore austriaco riesce a maneggiare con sapienza non scadendo mai nel ridicolo.
L'opera scava profondamente nella mente e nelle perversioni della protagonista,donando allo spettatore un personaggio vero,debole,stanco..che soddisfa le sue pulsioni nei modi più deleteri. La sofferenza di questa donna è palpabile,cosi come sono palpabili le sue reazioni estreme e violente sia nella vita di tutti i giorni (le durissime ramanzine ai suoi studenti) che nella sfera privata.
Tutta la storia vive su un dualismo che spiazza,e infatti passiamo dai momenti di alta cultura musicale a quelli di perversione pura di Erika;anche gli stessi sentimenti della pianista fanno l'altalena fra la freddezza totale ad una passione contorta ,e similmente anche i suoi modi spesso oscillano dal voler dominare e sottomettere gli altri all'essere dominata totalmente.
Nella triste vicenda raccontata in questo film hanno un ruolo importante la madre-padrone che forse è la causa principale dei problemi della pianista ed il giovane allievo Walter,personaggio molto ambiguo che avrà un ruolo fondamentale, sempre in bilico e mai definito.
Un plauso ai tre attori protagonisti fra cui spicca una monumentale Isabelle Huppert,incredibile per come è riuscita a rendere reale la sofferenza di un personaggio ostico e potenzialmente "parodistico".
Nota sul finale che può spiazzare di primo acchito ed invece secondo me risulta la giusta conclusione da dare al titolo.
Quindi il mio primo approccio con Haneke è come detto andato alla grande. Il film è po lento ed alcune scene forse potevano essere evitate,ma per il resto credo che ci troviamo di fronte ad una grande opera. Il regista si è preso molti rischi con questa storia parecchio scabrosa,ma nonostante ciò il compito è stato portato a termine con grande successo.