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LA PIANISTA regia di Michael Haneke

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elio91     9½ / 10  27/04/2011 19:38:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sono film disturbanti di ogni genere che se fatti bene una persona,patita di questa meravigliosa Arte che è il cinema,non si fa scrupoli a rivedere due,tre,cento volte.
Poi ci sono i film di Haneke: ecco perché questo regista è straordinario nel vero senso della parola; non è soltanto una questione di recitazione,di crudezza o di profondità ed enigmi nella sceneggiatura (per quanto impressionanti lo stesso) ma è questo stile asciutto,lentissimo e ipnotico capace di scioccare facendo sembrare le cose più aberranti normali e quotidiane. Non viene voglia di riguardare i suoi lavori ma l'austriaco scava a fondo e alcune sue perle,come in questo caso,non le dimentichi più. E fanno male,ti ripiombano in testa quando meno te l'aspetti: un cinema che mette a disagio anche lo spettatore più incallito.



Attenzione:da questo momento il commento contiene spoiler

La Pianista è un capolavoro,al pari di Funny Games.
Storia di una donna repressa e sadomasochista dalla doppia anima,tanto rigida e ossessiva nelle sue lezioni di piano impartite ai suoi allievi quanto morbosa e perversa nella propria vita sessuale; una vita sessuale,quella della pianista,fatta di solitudine e di automutilazioni,con un frequente compimento di atti di violenza continua contro sé stessa.
Ma poi uno degli allievi si innamore di lei. Ma sarà un amore ricambiato e che può durare, e fino a dove si spinge il limite tra perversione e,appunto,amore tra i due?
è una sorta di malattia quella di Erika,che conduce il suo gioco fatto di umiliazioni fisiche e psicologiche infilitte,autoinfilitte o compiute su proprio ordine da altri. Ma questa malattia è forse l'amore stesso,e Haneke pur non dando risposte fa rimanere con il fiato sospeso in mille interrogativi uno più inquietante dell'altro,non ultimo lo splendido finale con un colpo di scena all'apparenza inspiegabile:la pianista sembra prepararsi ad un folle gesto,un omicidio sicuramente. Invece si trafigge il proprio petto e una macchia di sangue rosso le esce dal cuore,mentre lei quasi fugge via da tutto. Tutto questo dopo essere stata accontentata di ciò che più desiderava al mondo,ovvero essere picchiata e posseduta selvaggiamente in una maniera glacialmente passiva,come un cadavere che nulla sente.
Ricordate Dorothy,la cantante di Velluto blu che implorava di essere picchiata per sentire di essere amata? "Mi ha attaccato la sua malattia"diceva. L'amore.

Mostrare cose non comumente mostrabili al cinema,con il suo taglio radicale e senza compromessi,lo rende già di per sé un prodotto unico nel suo genere. Ma la cosa più interessante da notare è la mancanza di difetti e il suo genere incatalogabile,di certo non erotico per quanto impermeato di sesso e perversione dall'inizio alla fine. Difatti ogni sequenza di sesso è spogliata completamente della sua componente erotica e di desiderio,essendo sempre viste sotto una luce cruda e spietata.
Haneke poi riesce anche a non far sembrare tutto fine a sé stesso,e cosa straordinaria pur non mostrando alla fin fine nulla di così esplicito a voler essere onesti (nessuna nudità se non si conta un accenno di seno),ma con una violenza psicologica tanto intensa da far venire lo schifo di guardare; eppure si è come attirati da una calamita e si segue fino alla fine non fine le vicende di questo personaggio sfortunato che finalmente riesce a trovare la propria voglia di esistere. Almeno,questo è quello che ho captato.

La Huppert è di un altro pianeta,una delle cose più impressionanti che abbia mai visto. Trasmette un attrazione magnetica (e non mi riferisco al lato puramente fisico),senza parlare e con uno sguardo ora di desiderio represso,ora di un vuoto abissale riesce a comunicare con l'anima dello spettatore.