Ciumi 9½ / 10 03/05/2010 16:31:40 » Rispondi Il macabro, il blasfemo, il grottesco, il disgustoso, l’insolito, l’anacronistico - tutto l’impianto non della follia, ma del non normale, del non convenzionale - Svankmajer ci porta all’interno del paradosso umano, e come guida si sceglie un marchese (De Sade) e un servo maestro senza più lingua (E. A. Poe?).
Crìsto cento volte chiodato. La libertà di Delacroix in chiave dadaista. Galline e piume ovunque come nella rivolta Herzoghiana dei nani. E numerosi intervalli comici in stop-motion: bistecche, lingue, budella a sancire il verbo della carne, piccole creaturine destabilizzatrici a ricordarci cosa siamo noi per prima cosa.
Non si esita a sbavare, a sputare, a sporcarsi, a gridare, a soddisfare le proprie pulsioni.
Poi tutto violentemente si ribalta: I diavoli d’ombra si fanno di carne, le turbe mentali corporali, il pazzesco si fa manicomio e la libertà assoluta coercizione istituzionale. L’incubo si solidifica, e il castigo 13 in fondo a tutto, quale mutilazione definitiva.
E noi, noi in quest’opera chi siamo? Siamo i protagonisti: ingenui, inconsapevoli, ingannati; centinaia di bistecche di maiale confezionate e pronte per essere divorate.