Bonvi 9 / 10 28/07/2008 08:56:40 » Rispondi Premesso che sono un grande fan dei fumetti della Marvel Comics e non della DC Comics (soprattutto al cinema, visti i vecchi film sul pipistrello e sull'uomo d'acciaio, con tutto l'affetto per il compianto Christopher Reeve) non avrei mai pensato che Christopher Nolan avrebbe mai potuto superare il già bel progetto di BATMAN BEGINS ma ho dovuto ricredermi.
Ai suoi tempi ho apprezzato moltissimo BATMAN BEGINS che, di fatto, aveva preso dai fumetti della Marvel (che avevano fatto da apripista) sicuramente ogni dettaglio buono e tralasciato ogni dettaglio superfluo.
Ora mi sono ritrovato di fronte a THE DARK KNIGHT progetto che, a cominciare dal titolo, tronca ogni legame 'storico' con Batman ed il suo mondo bidimensionale legato alla carta per regalare al pubblico una storia alla CASINO' ROYALE (dove, appunto, manca il nome del protagonista, 007).
Per due ore e mezza mi sono sentito ostaggio di Christopher Nolan e del suo stravolgente film, ricco di agghiacciante lucidità e di tortuosi viaggi nei meandri della mente umana (Joker sopra tutti, ovviamente).
Il film è sontuoso (per essere un film sui fumetti) e proprio com'è accaduto con CASINO' ROYALE stravolge per intero l'universo in cui è ambientata la storia andando ad estremizzare le situazioni ed angosciando ancor di più i personaggi.
L'unico screzio, forse, di questa pellicola è la sceneggiatura unidirezionale e che privilegia troppo l'antagonista, il Joker che diventa il vero protagonista relegando Batman al ruolo di degno comprimario.
Non c'è dubbio che il Joker (interpretato da un agghiacciante Heath Ledger deformato, irriconoscibile e sadico più di quanto ci si aspetti) sia il personaggio principale/chiave che mette in ombra (rendendolo proprio oscuro) il Batman di Christian Bale, troppo relegato (a mio avviso) alla sua figura di paladino che, anche se deve scendere a compromessi con se stesso, lo fa comunque in una maniera meno reale dell'antagonista.
Il Joker, invece, grazie ad una interpretazione che potrebbe davvero fruttare l'oscar a Heath Ledger, sembra essere l'unico uomo reale (in carne ed ossa) all'interno di una pellicola.
Ho colto la deformante mania di Joker di raccontare il modo in cui si sia fatto quelle cicatrici. Il fatto che ogni volta racconti una versione differente, a mio avviso, è indicativo di come nemmeno lui riesca a capirsi fino in fondo, a capire chi diavolo sia in realtà.
Non mancano intermezzi grotteschi che, però, colgono nel segno come le migliori scene di THE ROCKY HORROR PICTURE SHOW e, più di una volta ho pensato al Joker di Ledger come al Frank-N-Furter di Tim Curry.
Una su tutte, quando il Joker si traveste da infermiera (con tanto di parrucca) e si infiltra all'ospedale per incontrare Harvey due facce e portare avanti così il suo piano.
E' come se il Joker fosse prigioniero della bidimensionalità del film (proiettato a schermo) e tenti di venirne fuori in ogni maniera conosciuta ed alla fine, quando si riaccendono le luci, viene quasi voglia di cercarlo fra il pubblico, quasi come se sapessimo che, dopotutto quanto abbiamo visto, ce l'avesse fatta lui, reale e solido, a fuggire dal mondo di Batman.
Storico, per il suo genere e mastodontico in generale.