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LA NOTTE NON ASPETTA regia di David Ayer

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williamdollace     8 / 10  02/02/2010 14:51:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli ultimi sguardi del cinema di David Ayer [un'ossessione per me, vedasi anche il magnifico harsh times] sono gli ultimi sguardi del cinema di Mann, dello stesso cinema che attraverso l’occhio mostra finestre cosmiche su visioni insostenibili.

David Ayer apre/chiude così: Tom pulisce la sua pistola seduto di schiena allo spettatore/Tom rivolge il suo sguardo alla città in controluce, nel mezzo strette virate su cerchi in lega infiammati sull’asfalto illuminato dalle lucciole pneumatiche della notte di Los Angeles, pistolettate fra mignon di vodka e fasciature strette e improvvisate infuocate dai nervi tesi che faranno comunque intravedere il sangue, quello del giustiziere alcolizzato dalla perdita che in notturna scava nelle ferite infettate di un sistema fallato, come in una guerra persa uomo a uomo, metro dopo metro, dove qualcuno è chiamato a chiedere quasi implorando “perché non puoi avere una vita normale come tutti gli altri esseri umani?”

I corpi sudati sono corruttibili e corrotti [“è così che va il nostro mondo Tom”], sepolti e coscienti, morti e onnipotenti, re e sudditi, regni e regnati in cui tutti saccheggiano merce di scambio e ideali scambiati per idoli [“siamo tutti delinquenti Tom”], tutto attorno muore ma i fantasmi rimasti vivi chiedono il tributo al silenzio oltre ogni confine morale e missione, affinché tutto prosegua come deve proseguire, e basta. “avevi ragione Tom, abbiamo bisogno di te”: ma è solo l’eco delle strade violentate nella notte e senza padroni, mentre sventola J. Ellroy da una bandiera a mezz’asta.