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OPEN WATER regia di Chris Kentis

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Alpagueur     7 / 10  23/11/2020 19:15:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un ottimo esempio di come un film di sopravvivenza di altissima qualità possa essere realizzato con un budget limitato. L'enfasi nel film è sullo sviluppo delle relazioni in una coppia gettata in mare. Gli squali compaiono solo per pochi istanti, il che non è sorprendente per un budget del genere, ma sempre più vicini ogni volta. Questo è sufficiente per capire la disperazione della situazione. Le immagini di una coppia in acqua e delle feste in riva si alternano con grande successo. Tutti si stanno divertendo e non sono nemmeno consapevoli della tragedia che si sta svolgendo allo stesso tempo. Gli attori recitano come possono, soprattutto date le condizioni di ripresa. Un film eccellente su quanto le persone possano trovarsi indifese e impotenti in mare aperto. Allo stesso tempo penso però che il problema essenziale di questo film sia la mancanza di storia. Il film dovrebbe essere basato su una storia vera, ma poiché nessuno sa cosa sia successo ai personaggi centrali, il film presume molto e perde l'opportunità di ancorare il film a ciò che è noto (cosa è successo prima e dopo che la coppia è stata abbandonata). Inoltre i personaggi sono un po' goffi, e il dialogo tra loro spesso non è credibile. L'idea del tempo che scorre lento e inesorabile a loro sfavore però è ben resa e le immagini sono molto angosciose e inquietanti. Il franchise della coppia o più in generale di un gruppo ristretto di persone che decidono di fare un viaggio 'estremo' in mezzo alla natura selvaggia per cercare di riavvicinarsi o riconciliarsi è però un déjà-vu per me in ambito cinematografico, quello che cambia è solo il contesto paesaggistico alla fine (il mare aperto di Open water con squali e meduse piuttosto che i boschi di Backcountry con l'orso nero affamato o le spiagge desolate di Long weekend con l'aquila arrabbiata...in tutti i protagonisti sono sperduti in mezzo alla natura e la prospettiva è morire di disidratazione piuttosto che di fame o di sete o beccati o sbranati vivi). Regia/soggetto/sceneggiatura/fotografia sono appannaggio di una sola persona (Chris Kentis), le riprese subacquee (per quel poco...) non hanno grande incisività, le musiche di Nathan Barr (Hostel 1/2 e..stop) nemmeno, in sostanza tutto ruota attorno alla sterminata distesa acquatica che la fa veramente da padrona. Amo i film sul mare, ma tecnicamente questo film non mi ha impressionato molto...emotivamente invece mi ha scosso, con quel finale tragico anche se largamente telefonato.