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IL FASCINO DEL DELITTO regia di Alain Corneau

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elio91     7 / 10  24/03/2013 11:25:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non proprio noir ma cinico e umoristico, sommerso da un pessimismo che fa capolino sin dalle prime scene, dalle ambientazioni squallide, dalla trama realistica ma assurda e dal protagonista moralmente alla deriva. Chi cita Dostoevskij in rapporto al "Fascino del delitto", specie al suo personaggio principale, non sbaglia: i suoi omicidi, i suoi tormenti eppure una certa linea di codice morale che sembra essergli rimasta in fondo (come il non volersi approfittare della ragazzina, subito prima o dopo aver ucciso a sangue freddo) sono rapportabili all'abissale tormento dei caratteri creati dall'immortale scrittore russo. In compenso lo stesso film non è un manuela guida all'amoralità o sul come non essere nichilisti, non da punti d'appoggio a cui lo spettatore può aggrapparsi cercando un'àncora di salvezza; ci mostra il disfacimento già in atto di un uomo alla deriva, nevrotico e senza più sicurezze, ingabbiato in un contesto sociale che non riesce più a sopportare e che quindi intravvede una (falsa?) salvezza in una sola persona. Quella che appunto lui fa di tutto per non "sporcare". In tal senso il finale sotto la pioggia, quasi una catarsi pervertita, è chiaro nel restituire tutta l'ambiguità umoristica di questa pellicola non esente da difetti ma anche molto affascinante e a suo modo scorrevole, una ironia e un uso del grottesco che deve avere affascinato molto i fratelli Coen visto che "Série noire" sembra essere girato da loro.
Patrick Dewaere gigoneggia ed esagera ma è anche giusto cosi: in fondo il fulcro dell'opera è proprio il suo strambo protagonista e un interprete che lo rende cosi inaffidabile ed imprevedibile è stata un'ottima scelta.