caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

GONE BABY GONE regia di Ben Affleck

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Angel Heart     5½ / 10  09/09/2010 03:18:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal deprimente e senza speranza ottimo romanzo "La Casa Buia" di Dennis Lehane (il terzo di cinque racconti che narrano le inquietanti disavventure dei detective privati Kenzie e Gennaro), Ben Affleck trae un thriller ben girato, sicuramente malato e d'atmosfera (con l'ottima fotografia di una Boston squallida e raggelante), ma anche piatto, inedito, e talmente privo di cuore da risultare incapace di coinvolgere lo spettatore. Chi ha letto il libro capirà benissimo di che sto parlando, e per quanto si cerchi di non essere pignoli, risulta impossibile non paragonare film e romanzo. La storia è riproposta anche abbastanza fedelmente, almeno nel filo conduttore e nella drammatica scelta finale del protagonista; il problema è che a causa dei soliti cedimenti alle regole ed alle leggi imposte dallo star system hollywoodiano, il film osa poco, cerca la spettacolarità, e proprio per questi motivi, non si respira neanche lontanamente la tensione, la cattiveria, e il pessimismo presenti nell'opera di Lehane (e in questi termini, la lettura a volte risultava davvero insostenibile). Ma non è tutto, perché il malfunzionamento della pellicola è dovuto principalmente alla scelta degli attori (Freeman e Ashton a parte) e allo scarso (anzi nullo) approfondimento nella psicologia dei personaggi: la bellissima Monaghan risulta anche adatta al ruolo di Angie (solo in presenza però); quello che non va per niente e fa cadere tutto è il pessimo fratello raccomandato del regista, Casey, un ragazzino da prendere a sberle, spocchioso, arrogante, pettinato a dovere e che si atteggia a duro uomo di strada, finendo invece per risultare ridicolo, fastidioso e per niente credibile. Impressionante come questo fichetto dall'aria candida sia riuscito a stravolgere un personaggio eccezionale ed ambiguo come Patrick Kenzie. In più, il terzo personaggio principale del libro, il matto amico d'infanzia Bubba Rogowski, qui interpretato da un grassone mezzo rapper mezzo nazi, viene rilegato ad un ruolo inutile, quasi farsesco e del tutto marginale. Ora non voglio essere particolarmente brutale, ma ci tengo a fare questa precisazione: fare una trasposizione per filo e per segno non è mai cosa facile, la storia necessita sempre di essere ridotta o modificata, e qualche personaggio, la maggior parte delle volte, va per forza sacrificato. Ma in questo specifico caso, chi ha letto il romanzo sa benissimo che una cosa del genere è del tutto offensiva ed inaccettabile. Non mi esprimo oltre al riguardo. Posso solo dire che questi piccoli grandi difetti penalizzano parecchio un film sicuramente carino e tecnicamente valido (Ben Affleck come regista penso abbia sorpreso un po’ tutti) ma privo di tutti gli elementi che rendevano il romanzo un concentrato di tensione e di suspense impareggiabili. Se non avessi letto e non mi fossi appassionato alla saga dei due detective (di cui attendo con impazienza il sesto capitolo in uscita a novembre), forse l’avrei apprezzato di più.