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AMERICAN HISTORY X regia di Tony Kaye

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Invia una mail all'autore del commento sam is here     9 / 10  26/03/2012 21:34:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Premetto che questo film l'ho visto per la 1 volta, proprio perchè non ne conoscevo la esistenza prima dell'altro ieri... devo dire che sarebbe stato il caso di scoprirlo prima!
9 è quello che si merita per un film che, più che grandioso, superbo, eccellente, io lo definirei realistico ed utile (intelligente, veritiero, pensante e educativo). Eppure esistono anche questi film, che a parte gli attori, comunicano un grande dilemma che ha avuto il culmine in America, causatoe delle tante correnti naziste tedesche esportate ed attecchite in un suolo come quello americano, che alimenta questi odi verso i più deboli, verso le persone che hanno avuto la colpa di essere nati. L'America ha principi solidi di libertà e democrazia, ma si è macchiata di queste piccole ma gigantesche organizzazioni neo-naziste che hanno provocato buchi enormi nei diritti americani. Un'epopea di violenza americana e discriminazione (intolleranza), 50 anni fa con i neri, ora con i musulmani.

Tornando al film, è un esempio di come rendere vera e cruda la realtà americana, in un film che di sicuro non si serba di armotizzare l'argomento per renderlo accettabile ai molti spettatori, anzi, è un film che comunica un forte malessere della società, come quello di discriminare e di non avere la capacità di mettersi nei panni altrui, e pensare che effetti produce una propria offesa, nell'altro che la riceve, soltanto perchè è un nero, ebreo, immigrato che sta cercando un modo per vivere.
Un film che racconta una "storia americana", e magari se fosse andata diversamente, sarebbe stata la "il sogno della storia americana", quella tanto voluta da King.
Invece si parla di "storia americana X" ovvero, una storia attuale che racconta di una X, attuale, che esce addirittura dalla storia che tutti e noi conosciamo, una storia che per studiare il fenomeno del razzismo, non si allarga a masse di persone, non identificate e varie, ma si restringe alla X, ovvero al segno, alla croce, al bersaglio che quella X rappresenta: la famiglia di Derek. Ecco, che allora il modo migliore per osservare un fenomeno che dopo si estenderà al di fuori della porta di casa, è quello della famiglia; la famiglia che si unisce e che crea il pensiero, il "biglietto da visita del pensiero" che si dà a chi entra in una casa, e ci si ritrova immersi in una idea, parte, pensiero. La X rappresenta però, in maniera forse più precisa, Derek, autore della banda di nazi, che egli stesso crescerà. Determinanti sono i flash-back stile gangsteristico: esecuzioni a freddo, incontri tra bestioni rapati, rapine, violenze, tutti questi in un effetto B/N, che rende ancora più cruda e "nera" appunto, la vicenda. Le partite di basket nel quartiere, dove nascono le prime insidie della violenza e intolleranza, dove, su quei parchetti in cemento si fa la legge, tra sudore, sgomitate e petti nudi. Determinante il parallelismo tra i bianchi con canottiere bianche su sfondi chiari (Derek che gioca a basket, con dietro la luce, nel reparto di smistamento della biancheria,...) e le persone di colore, che agiscono furtivi nella notte per spaccare il vetro della macchina, rintanati nell'ombra degli abitacoli dei veicoli, oppure per giocare a basket, però non irradiati dalla luce quasi abbagliante di prima, che si presenta su Derek.
Cmq un passaggio molto significativo avviene nel reparto della biancheria, per quanto detto riguardo i colori e i contrasti. Dei falsh back, quindi che scorreranno circolarmente, dove apprenderemo come la violenza di Derek si trasformi, e la tesina del suo fratello minore avanzi, tesina appunto incentrata sul suo fratello X come Derek.

Piccola curiosità, invece, avviene quando lui finisce in galera, per un omicidio causato da lui (visto anche all'inizio): anche se in quel momento non vi erano gli altri suoi amici, si può rievocare (non del tutto, ma solo come richiamo) ciò che accade in Arancia Meccanica quando Alex viene incastrato dai suoi stessi amici... qui invece è diverso. Derek si incastra da solo con l'omicidio, ma i suoi amici, che pur non avendolo incastrato (il caso di Cameron lo spiego dopo), si erano macchiati di altre violenze e omicidi (eppure non sono mai finiti "dentro", perchè mai presi con le mani nel sacco)... Ecco che mentre Alex subirà un processo di sfruttamento della mente come rieducazione, Derek, il capo branco, viene preso subito: per estirpare il male si va alla radice... Eppure una volta uscito dal carcere, il suo amico gradasso lo accoglie a braccia aperte (e con la coscienza sporca) come se fosse tutto passato; ed ecco il motivo per cui Derek percorre (menomale) un percorso di rieducazione sociale, il carcere, che non si sarebbe mai immaginato di fare, rispetto ai suoi amici, che come lui si erano macchiati di cose orrende, e si sono sempre salvati dal carcere (Ma allora, è stato il caso a prendere Derek con le mani nel sacco?)

Il discorso per Cameron, invece, che sembra quasi il padrino fondatore delle teste rasate ("Derek, se sei quello di ora, è tutto grazie a me"), che alimenta l'odio e l'incitamento nei nazi; ma si rifugia con tanto di giacca e cravatta in un ufficio, ha i capelli e fa il gangster con gli spessi occhiali da sole (anche se è del '98, la moda e le macchine dell'"epoca" arricchiscono ancora di più il film). Cameron non fonda in Derek l'antisemitismo, anzi, lo alimenta, provocandolo e sfruttandolo, come vedremo alla fine durante lo "scontro finale" tra Cameron e Derek.

Tutto determinato dalla morte del padre per mezzo di un nero, che scatena la scintilla... e provoca la giustizia sommaria individuale, che si sposa con il razzismo... Derek deride il KKK, dicendo che non sono niente rispetto a loro, segno di potenza, mista con fragilità mascherata e molta autorità, che compongono la figura del capo.

La madre di Derek, donna distrutta e obbligata a sopportare la crudeltà del figlio, che viene sottomessa al fumo, alcool e pastiglie, la sorella che viene influenzata molto anche da questo, per non parlare del fratello minore, che, come sempre, è il primo a trarre insegnamento e seguire le tracce del fratellone e sarà quello che ne subirà, ovviamente, le conseguenze.
Efficace lo scambio di battute tra la madre e il figlio maggiore in carcere, a proposito dell'altro fratello e della sorella ("Come sta Doris?" e la madre "studia", e lui "Bene"...); molto d'effetto, realizza l'estraneità del carcerato con quello che c'è dall'altra parte del vetro, sembra contento/estraneo a quello che fa la figlia, tant'è che si limita ad un "bene" convinto, come se tenesse la situazione sotto controllo della famiglia in una realtà estranea al mondo, o forse dice il "bene" in quella maniera, come se avesse in piano un sistema morale e personale per uscire dal carcere, come se la sua uscita darà imminente, e scalpita per provare a ricostruire i rapporti con i famigliari.

Il carcere è il simbolo della purificazione dell'animo e della persona. Una purificazione non violenta o dispregiativa come faceva la guardia del carcere, offendendo i carcerati, ma che indichi alla persona un'altra strada (non quella giusta, perchè non esiste mai la strada giusta), che provocherà un cambiamento nel soggetto, così profondo, che porterà alla realtà a colori, senza ulteriori flash back, con i capelli ricresciuti, con dei vestiti "umani". Ciò che avviene nelle docce, sembra quasi dire che il nazi gradasso venga rieducato dalla violenza, da dei farabutti che lo violentano soltanto per l'altezzosità di Deker, che lo incide profondamente, facendogli capire cosa significa essere dall'altra parte a subire la violenza... (una specie di """lobotomia""" alla Arancia Meccanica, dove la violenza si sconfigge con la violenza).

Il ritorno a casa avviene soltanto grazie al suo amico di colore nel reparto biancheria, simpatico, che intuisce la rigidità di Derek, e lo aggira cercando di smantellarla. E ci riesce.
Derek arriva tardi o forse in tempo (non lo si può dire) per riequilibrare la situazione con la famiglia, e quindi ripulire l'ombra nera presente nella casa. Elimina tutti i poster (SECONDO ME LA MIGLIORE SCENA ESISTENTE), come per resettare la situazione, per resettarsi, per cambiare. Derek qui si comporta come un purificatore, sa che cosa ha fatto e cosa ha passato non volendoci più tornare, ma il compito più difficile sarà quello di strappare il fratello dai suoi ex.amici, e soprattutto quello di abbandonare i suoi amici, e non sarà per niente semplice!!!
Ad effetto il finale, segno che un conto è parlare e credersi figo con queste mentalità nazi teorizzate come un gioco, un conto è applicarle e farsi un nome (teoria= rischio di fallimento---->pratica=forse il successo, diventare capo, essere violento all'estremo, DIPENDERE DA QUALCUNO PIù GRANDE INTELLETTUALMENTE DI TE NELLO STESSO LETAME, ESSERE SUCCUBI E OGGETTI).

P.S 1)sfatiamo il mito che in carcere si fa la bella vita, e che si mangia gratis, per favore


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Jack Torrence  26/03/2012 22:32:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che dire...Un romanzo! E' un bel commento, si vede che ti è piaciuto il film, ma devo dire che alcune parti e alcuni paragoni sono alquanto forzati. Paragonare la situazione di Derek con quella di Alex non ha senso, perchè sono due realtà diverse, benchè macchiate dal sangue e dalla violenza. Poi rappresentare il carcere (sopratutto quello americano) come un luogo di purificazione è l'apoteosi della forzatura, specialmente se prendiamo in esame i carceri americani. Derek impara a vivere a contatto con i cosiddetti "negri", e lì capisce che l'odio che provava per loro era un ammasso di futili ed inutili pregiudizi.
Un altra forzatura stà nel paragrafo dove citi il dialogo tra la madre e Derek nell'incontro del carcere : in quel momento il sentimento principale era la vergogna e il rammarico, si vedeva da 10km che non voleva vedere i suoi famigliari, tantomeno non voleva ricostruire nulla (infatti voleva andarsene dalla città).
Invia una mail all'autore del commento sam is here  26/03/2012 23:36:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tra Derek e Alex ci sono quelle 2 somiglianze, anche se lontanissime tra loro per il tipo di film e trama, però l'ispirazione è quella.
Poi in carcere una persona ripassa il proprio percorso, e può essere capace di riconoscere gli sbagli che ha fatto e migliorarsi nella società. anche se tutto questo è difficile... Un pò strano vedere che lui cambia ideologia, quel tipo di ideologia, rispetto al tempo che sta in galera (ci vuole un grande spirito di volontà, ma non credo che in lui fosse possibile questo, anche perchè era un nazi convintissimo)...
Infatti il suo "Bene" con tono convinto, faceva alludere proprio a quello... come se controllasse la famiglia dal carcere, pur stando in un altra dimensione e quindi le notizie che portava la madre lo spiazzavano (come quando conosci una persona e ti vedi con lei raramente, e tu li chiedi come sta, e ti risponde "bene" e basta)

Il resto sono indicazioni soggettive che in questo forum, vedendo in giro, non sempre vengono rispettate, ovvero, se a una persona che piace molto un film, legge e non condivide un commento serio e costruttivo fatto da un'altra , lo deve per forza criticare e offendere (anche se è costruttivo, figurarsi se non lo è, ma in quel caso va bene)....se si analizza la trama, l'analisi è soggettiva e al massimo un'altra persona ti può dire il suo punto di vista, giusto per sapere altri pareri, ma se analizzi il genere, lo fai in oggettiva, sapendo che ci sono degli standard e caratteristiche che devono essere rispettate all'interno del genere competente (se c'è un horror, mi aspetto che la struttura e gli elementi su cui si basa la trama, siano da horror, non da comico o western.... oppure se parlo di fantasy, mi aspetto di vedere cose immaginarie ed elementi che appartengono al fantasy, e non di trovarmi una commedia o un drammatico..)
Gruppo STAFF, Moderatore Kater  26/03/2012 22:07:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento modificato, attenzione agli spoiler.