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AMERICAN HISTORY X regia di Tony Kaye

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  30/11/2007 22:25:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ribadisco che il mio 8 va unicamente alla muscolare (è il caso di dirlo) e memorabile prestazione di Norton, al suo bellissimo volto affilato che è diventato quasi iconografico (dove lo trovate un altro attore americano capace di passare per ruoli e fisicità tanto diverse?).
"American History X" l'ho visto più volte, e ancora non riesco a raccapezzarmi. Ho l'impressione che tutto sia abilmente costruito a tavolino, e che la sua invettiva risulti alla lunga piuttosto superficiale e "calcolata".
Esempio un certo buonismo che può svolgere a favore della radicale redenzione di Derek (alla fine è come se il regista dicesse che è solo un povero diavolo...) ma che pregiudica e non di poco la denuncia sociale (tipicamente hollywoodiana) del film. E' un buon prodotto, ma resta un "prodotto", con tutti i clichè del caso (stupro nelle docce del carcere compreso). E a rivederlo oggi, sembra di assistere a una puntata di Oz, a un format americano di grande presa emotiva, ma carente sul piano della denuncia antirazziale e ideologica: fornire pretesti per dire che "un razzista cambia idea quando diventa amico di un nero" è abbastanza poco per vaccinare l'orgia di violenza che è dentro la sua bacatissima testa.
Ecco, vaccino è il termine adatto per il film.

Se invece dovessimo limitarci a parlare di un film che entra di diritto nel dramma americano, allora il discorso cambia: per quanto pretestuoso lo scontro con lo spasimante di famiglia ebreo (v. Gould), per i motivi di cui sopra, il rapporto con il fratello minore (e la straordinaria prova di Furlong) vanta momenti di grande emozione.

Il momento migliore di tutta la vicenda, anche secondo i parametri e le pretese (tradite?) del film è proprio nell'atto fatale/finale, dove l'insensata violenza (non più assurta a rito collettivo ma individuale) diventa reazione.

E nel rituale dei naziskin affetti da un cameratistico culto della morte e della dissocialità, si celebra il manifesto del cancro umano: per me un pò poco.

Ribadisco comunque un voto alto perchè difficilmente cancellerò dalla memoria Edward Norton e l'"umana" crudeltà di Bunker