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GOMORRA regia di Matteo Garrone

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julian     8½ / 10  01/06/2008 22:38:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bè c'è poco da fare... siamo di fronte ad uno dei migliori film italiani degli ultimi tempi e sarà opportuno commentarlo parte per parte.
Si può considerare a metà tra un film neorealista e un documentario:
neorealista per gli elementi che già migliaia di utenti avranno evidenziato prima di me, ovvero il dialetto originale e gli attori di strada (eccetto Servillo e Imparato);
documentario per il suo realismo sconfortante che va oltre la definizione di film, per il fatto che non ha una vera e propria trama e lo spettatore viene catapultato all'interno di una storia già iniziata, senza ricevere spiegazioni che invece deve dedurre, senza alcuna introduzione, come se i cameraman fossero lì in quel momento a farci vedere quel che succede ma senza a loro volta essere visti.
Fondamentali per la bellezza di Gomorra sono:
1): il dialetto originale, con sottotitoli per fortuna. Mi è capitato già una volta di vedere un film in dialetto stretto senza sottotitoli e sono stato tre ore a cercare di capire tramite le immagini, invano.
Qui per fortuna il discorso è diverso, il napoletano si avvicina al mio dialetto e avrei capito sufficientemente anche senza i sottotitoli che invece sono indispensabili per gli abitanti del nord.
Ebbene la lingua originale, oltre a conferire maggiore realismo alla pellicola, è uno degli aspetti principali della cultura partenopea, con tutte le espressioni tipiche della camorra; vedere questo film in lingua straniera è come vedere la trilogia del dollaro senza audio.
2): attori, di strada e non, tutti bravissimi. Non serve frequentare scuole di recitazione per anni per interpretare sè stessi.
Chiamare attori famosi e strapagati che però non erano all'interno di una tale realtà avrebbe falsato tutto...
3): le tematiche affrontate. Discariche abusive, scontri tra clan, espansione del mercato cinese, bimbi iniziati al mestiere fin da piccoli...
E' duro vedere certe cose... lo è ancor di più pensare che accadono a due passi da noi.
4): la potenza delle scene. Marco e Ciro in costume che sparano con i kalashnikov rubati, emulando forse Tony Montana; i bambini che parcheggiano i camion; Franco che dice "Robbè, non l'aggia inventat ì l'amiant".
Non si può rimanere insoddisfatti, amareggiati si.
Guardatelo e basta.