Lot 7½ / 10 21/05/2008 14:32:28 » Rispondi Forse tifavo in partenza per il documentario rispetto al neorealismo ma, a mio parere, il film va più alla pancia che alla testa e in questo perde dal libro, dando un'immagine forse relativa di un fenomeno che, pur nella spietatezza del ghetto (parlano da sole le Vele in campo lungo), è tutto fuorché locale. Rispetto al testo, che era miracolosamente in bilico tra saggio, inchiesta e dramma sociale, quest'ultimo sembra prendere indebitamente il sopravvento e sciogliere la freddezza necessaria. Anche in questi termini in ogni caso il film regge e colpisce, disturba e rimane, offrendo squarci di sistema vissuto che ne riflettono purtroppo il radicamento, la solidità e la specificità rispetto a un normale apparato criminale (penso in particolar modo al sistema delle mesate). In questo senso l'iconografia e l'estetica criminale, dal reale al cinema e ritorno, finiscono per cortocircuitare e ritrovarsi prive di senso nell'efficacia della quotidianità. Notevoli cast (Servillo su tutti), regia e fotografia, Garrone lascia parlare l'inquadratura, impreziosendo con qualche lirismo ma evitando inutili didascalismi che avrebbero appesantito un film già impegnativo per sua natura. Come detto in apertura, probabilmente non perfetto ma senza dubbio coraggioso e necessario.
E in ogni caso se la coppia vicino a me esordiva con "Di che parla sto film?" "Boh, c'aveva quattro palle..." vuol dire che anche il film è più che necessario...
martina74 22/05/2008 17:15:19 » Rispondi Quando avrò letto il libro saprò se poterti dare ragione... per ora il mio giudizio trova lati positivi proprio dove tu rilevi la debolezza.
azz... e poi dicono che copio i commenti da te. e ora cosa penseranno??
Lot 22/05/2008 17:21:46 » Rispondi Lessi il libro un paio di settimane dopo l'uscita, sarà perché mi ci sono scottato prima che scoppiasse il fenomeno che ho rilevato il divario, suppongo avessi visto direttamente il film avrei commentato in maniera più simile alla tua.
Infatti l'ho fatto apposta per scacciare le malelingue, dal prossimo ricominciamo a scambiarceli, domani sera mi abbiocco davanti a Indiana Jones, farotti sapere...
Molto probabile visto che del film non hanno capito pressoché niente, dalle continue domande che si facevano ad alta voce... L'unico guizzo di genio l'hanno avuto su "Peppe Er Cavallaro": visti un po' di cavalli e il tipo, dopo un breve silenzio meditabondo alla Homer, hanno azzardato "quello dovrebbe essere il cavallaro" (condizionale d'obbligo)... e proprio lì che iniziavano a capire il film è crudelmente finito.
Non è giusto, questa è una truffa bella e buona! Uno entra al cinema contando sulla promessa insita nel titolo "Gomorra" e poi si trova ad assistere a una sceneggiata napoletana. Potevano pure intitolarlo "Il Mammasantissima 2 - 'O guappe 'e Scampia".
Infatti, o se no un più classico evergreen soft-core come "Sodomiti e gomorroidi"...
Pasionaria 21/05/2008 15:03:26 » Rispondi Commento preciso anche se non lo condivido totalmente, solo per una lettura lievemente diversa del libro e del film. Io, avendolo commentato a caldo, ho espresso impressioni più sul piano emotivo, lasciando da parte quello razionale. Ad ogni modo anche il libro va alla pancia, soprattutto nella seconda parte, che mi ha tristemente rivelato la solitudine dell'autore. Il film può dare l'impressione di trasmettere un'immagine solo locale del problema, ma non è così e chi ha letto il libro lo sa bene. Il film documenta senza dare giudizi, come dici tu non è freddo( non lo poteva essere), neanche il testo di Saviano lo è, per me ancora meno del film.
Cortocircuitare; parbleu, che lessico tecnicamente forbito mi tiri fuori, Domenico ;)
Lot 21/05/2008 15:48:03 » Rispondi Ma infatti sul piano emotivo è perfettamente riuscito, la sensazione che ti lascia addosso è micidiale; mi è solo sembrato che il libro abbia un respiro maggiore e stia più sulle sue gambe (e il tuo 'chi ha letto il libro lo sa' me lo conferma), andando sia alla pancia che alla testa, per rimanere alla metafora. Paradossalmente e in generale, l'immagine quasi sempre toglie qualcosa alla parola. Dal punto di vista prettamente cinematografico invece sottoscriverei il commento tuo e di mare e meriterebbe anche un 8.5-9, ma volutamente ho speso un'analisi differenziata su un aspetto che poteva, a mio parere, essere affrontato più compiutamente.
Ahah, tecnicamente era facile perché il termine è mutuato dal mio lavoro, ghgh...
ferro84 22/05/2008 01:01:04 » Rispondi Sto scrivendo la recensione del film e nel punto da te sottolineato anche io sono rimasto molto perplesso.
Alla fine Garrone non si espone lascia a Saviano il compito di fare i nomi e cognomi, di raccontare la cronaca. A prima vista sembra così, sicuramente il documentario avrebbe dato giustizia al libro, però se ci pensi, se il compito di Gomorra è la denuncia, la potenza comunicativa è la cosa più importante.
Già così è un film difficile MA IN QUANTI AVREBBERO VISTO IL DOCUMENTARIO?
Sarebbe stato confinato nelle solite sale d'essai e confinato a qualche coraggioso esercente.
No meglio così più commerciale senza cadere nel pulp
Lot 22/05/2008 10:46:45 » Rispondi Ma infatti non ho detto che non sia riuscito, garrone non aveva bisogno di esporsi più di Saviano, semplicemente in oltre 2 ore a disposizione si poteva articolare qualcos'altro e sorvolare su qualche lungaggine, commercialmente non sarebbe cambiato.
cash 22/05/2008 12:31:21 » Rispondi non credo sia semplicemente una questione di fare nomi.