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INSIDE - A L'INTERIEUR regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  28/07/2010 15:55:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Diretto dal duo Maury/Bustillo è un home-invasion girato quasi per intero in unico ambiente ed incentrato sullo scontro tra due donne.Già questo è un punto a favore della pellicola che aggira i luoghi comuni,sempre duri a morire, usufruendo della condizione di dolce attesa di una delle protagoniste non solo come espediente per rendere ancor più drammatica la violenta persecuzione,ma soprattutto per utilizzare il nascituro come principio, sia tangibile che simbolico, indispensabile per scatenare una carneficina di impressionante ferocia.
Il film tocca vette di perfezione ansiogena nella prima mezz’ora,per poi tramutarsi in un continuo e degenerato bagno di sangue,in cui efferatezze di ogni sorta si avvicendano sullo schermo.A questo punto la sceneggiatura,già fragile,lascia totale spazio all’azione,ad un conflitto primigenio senza quartiere,con personaggi rozzi precipitati in un antro sanguinolento spogliato delle sicurezze cui la società moderna ci ha abituati.L’allerta è scattata,il deterioramento letale è in atto,”A l’interieur” con i continui cenni alla critica situazione delle banlieue,dove ormai caos e brutalità infuriano,è anche film politico.Come in Frontier(s) i riferimenti non sono dei riempitivi,ma stanno ad indicare una regressione sociale all’interno della quale la paura per l’estraneo ,da molti inspiegabilmente a priori temuto, diventa terrore motivato,concreto,quasi che beffardamente i pregiudizi e gli atteggiamenti intolleranti facciano prender corpo agli incubi peggiori,attaccando la quiete borghese,strappando ad essa il futuro rappresentato da figli sempre più “contaminabili” da culture diverse.
L’orientamento dei due registi è contrario nei confronti di chi individua il male dove conviene, contravvenendo qualsiasi logica, in quanto impossibile da confinarsi solo ad un’unica condizione o classe sociale.L’immensa Beatrice Dalle è l’incarnazione di questo marciume traboccante,un personaggio senza nome perché emblema di una violenza potenzialmente annidata in ogni dove.Il suo gesto viene motivato rendendola meno incorporea rispetto gli altri personaggi, ai quali è richiesto e concesso poco più che un contributo di sangue.La sua follia è tangibile,impressionante,accentuata da un lavoro di luci e chiaroscuri sempre adeguati nel valorizzare atmosfere malsane,putrescenti,foriere di morte imminente.
Di certo incongruenze e avvenimenti inverosimili abbondano,l’accoglimento indulgente di certi momenti è praticamente vincolante alla valutazione globale.Soprattutto nel finale il parossismo raggiunge apici quasi grotteschi tracimando più volte nella dismisura,come in una delle scene madri,mi riferisco a quella del poliziotto(che sia una “licenza orrorifica” mascherata da critica nei confronti delle autorità,sempre più dalla parte sbagliata della barricata? ).Al di là dei pregi e dei difetti rimane una pellicola che lascia il segno,indisciplinato ammasso di spietatezza e quindi vera rarità nell’ambito dell’horror mainstream.Ne stia lontano chi si impressiona facilmente.
strange_river  28/07/2010 17:17:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A volte mi fai paura :D

Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  28/07/2010 17:42:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un problema assodato,dovresti vedere appena sveglio che roba...XD