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KLIMT regia di Raoul Ruiz

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elio91     7 / 10  15/05/2011 12:08:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vita di Klimt secondo Ruiz,caleidoscopio barocco di immagini potenti e surreali. D'altronde stiamo parlando di un'artista che racconta un altro artista importantissimo nella storia della pittura,e per quanto l'autobiografia sia lontana dalla perfezione rimangono scene di grandioso impatto visivo,grottesche e surreali.
L'Austria dell'epoca si respira appieno grazie ai toni caldi della fotografia,l'erotismo e la passione per donne nude o seminude di Klimt è ritrattata senza autocompiacimento particolare; esteticamente e nonostante l'interpretazione di Malkovich,il film rimane molto freddo emotivamente anche se proprio le sequenze più surreali e assurde smuovono qualcosa dentro,come l'incontro dell'artista con la figlia al bordello e l'ottimo finale.
Alla fine si rivela vincente la scelta del regista visionario di ambientare una storia che racconta l'apice di una vita nella mente di una vita (sempre quella di Klimt) che se ne sta andando,oppure se ne è già andata. Si "giustificano" così gli eccessi visionari.
Ruiz riesce a sviscerare anche qui alcuni temi prediletti: al di là della morte,è quello del doppio a tenere banco. Il doppio di Lea de Castro,amante di Klimt e sua musa; il doppio stesso di Klimt,e poi il doppio di tutto e tutti.
La realtà non c'è più,la vita alla fine diventa opera d'arte e si perde all'interno di essa ma dire cosa sia realtà diventa impossibile. Destrutturare questo senso di sicurezza del reale sembra uno degli obiettivi del cinema di Ruiz che per quanto qui più misurato,anche nel terreno agiografico riesce a portare incertezza e a lasciarci incantati dalla potenza delle immagini.

Tutt'altro che brutto,bisogna anche capire le esigenze artistiche di un cineasta incredibilmente sottovalutato ma che continua imperterrito per la sua strada senza rinunciare alle sue fissazioni e passioni,come Klimt non rinunciò alle sue e fu portato a morire dolorante divorato dalla sifilide. Tutt'al più Ruiz verrà divorato dal suo cinema,ma il finale è consolante a vederlo e la morte,se di morte si può parlare,è dolce.