caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

SETTE SCIALLI DI SETA GIALLA regia di Sergio Pastore

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Alpagueur     6 / 10  13/11/2020 17:20:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La colpa al gatto nero, come sempre. I gatti, e in particolare quelli di colore nero, sono animali abbastanza popolari da presentare nei film dell'orrore. Principalmente grazie all'influenza degli scritti leggendari di Edgar Allan Poe, ma anche perché sono animali sinistri e misteriosi le cui azioni sono in gran parte incontrollabili. In particolare l'industria italiana dell'horror ha usato molti gatti (neri) e le trame spesso cercano di ingannarci facendoci credere che questi animali feroci siano responsabili del terrore in corso, anche se dietro c'è sempre (toh!) un colpevole umano. "Sette scialli di seta gialla" (conosciuto all'estero anche come "I crimini del gatto nero" di Sergio Pastore, da non confondere con "I delitti del gatto nero" del 1990 di John Harrison) è un giallo piuttosto interessante, forse un po' standard e ovviamente prende in prestito idee da sforzi simili, ma comunque abbastanza divertente per accontentare la maggior parte dei fan di questo meraviglioso sottogenere horror italiano. Quali aspetti della storia vengono presi in prestito da altri titoli del genere giallo? Ebbene, le vittime del killer maniacale sono quasi tutte splendide modelle che lavorano per la stessa casa di moda, come nel caso di "Sei donne per l'assassino" di Mario Bava, generalmente considerato come IL film che ha dato inizio a tutto il delirio del cinema Giallo nel 1964. Inoltre, il protagonista maschile, che inizia a indagare sugli omicidi da solo, è cieco, come il personaggio di Karl Malden ne "Il gatto a nove code" di Dario Argento. Gli elementi più importanti nella sceneggiatura di Sergio Pastore sono tuttavia originali, come il modus operandi utilizzato per gli omicidi e la grande quantità di falsificazioni e colpi di scena contorti quando ci si avvicina al finale. Il corpo senza vita di una giovane modella viene ritrovato nel suo camerino. Sembra che sia morta per un improvviso attacco di cuore, ma un'indagine più approfondita mostra che l'artiglio di un gatto imbevuto di veleno (curaro) ha causato la sua morte prematura. Poiché la polizia non sembra avere troppa fretta di trovare la persona dietro questo diabolico omicidio, l'ex fidanzato della ragazza Peter (un pianista cieco) inizia la sua ricerca, assistito dal suo fedele maggiordomo e dal compagno di stanza della ragazza assassinata. Lentamente svelano un'intera rete criminale che coinvolge adulterio, ricatti e artisti circensi tossicodipendenti. "Sette scialli di seta gialla" è ragionevolmente ben strutturato e presenta una quantità soddisfacente di azione ed eccitazione. Il primo quarto d'ora se ne va piuttosto docilmente, ma questo è ampiamente compensato dal climax oltraggioso e carico di suspense. Gli omicidi con gli artigli di gatto non sono molto spettacolari, ma verso la fine c'è una scena davvero sadica e sconvolgente in cui una povera ragazza viene pugnalata a morte, in stile "Psyco", nella sua doccia. Questo particolare omicidio è decisamente disgustoso. A differenza di altri gialli contemporanei, la colonna sonora (Manuel De Sica) non è memorabile e non c'è molta nudità femminile in mostra. La regia di Pastore e le performance del cast sono semplicemente adeguate senza superare limiti eccezionali. La fotografia (Guglielmo Mancori) è buona, con i cieli grigi sommessi di Copenaghen (il film è stato proprio girato lì) a fare da cornice all'intera vicenda. "Sette scialli di seta gialla" ha la bellezza visiva e lo stile usuali in molti gialli, il montaggio è fluido e il film è piacevole da vedere, con la bellezza femminile condita con qualche brivido e violenza. Sergio Pastore rende omaggio a Bava, Argento e Poe, ma il film ha un suo mondo e una sua atmosfera. Questo è sicuramente il suo film migliore, forse non è adatto a un novizio, ma è sicuramente un film discreto che consiglio vivamente.