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UNA LAMA NEL BUIO regia di Robert Benton

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Spotify     7 / 10  22/10/2017 04:27:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon giallo dei primi anni 80. Si tratta di un fim molto convenzionale, che segue tutte le regole imposte dal genere, non stravolgendo nulla.
Eppure, quello che di questa pellicola fa rumore, è il nome del regista. Costui infatti è Robert Benton, la cui precedente fatica era stata il capolavoro "Kramer contro Kramer", uscito nel 1979. Tre anni dopo, ritroviamo un Benton deciso a cambiare completamente genere, passando dal drammatico al thriller/giallo. I risultati non sono affatto gli stessi del lungometraggio precedente e "Still of the Night" non diventerà uno di quei thrilling da ricordare. Dunque, da questo punto di vista, si potrebbe contestare a Benton di non esser riuscito a confermarsi dopo il successo eclatante di tre anni prima.
Visto da un'altra ottica però, il film non dispiace affatto. C'è una struttura narrativa solidissima e inoltre, si sente ancora l'impronta degli anni 70, i quali d'altronde, erano terminati da pochissimo e bisognava aspettare ancora qualche anno per le superproduzioni commerciali.
La trama vede protagonista lo psichiatra Sam Rice, conducente un'esistenza piuttosto grigia. Una sera, un suo paziente, viene ucciso e successivamente, nello studio del dottore, piomba l'ex amante del morto, Brooke Reynolds, la quale racconta a Rice il suo rapporto con la vittima. I sospetti dell'ispettore di polizia, cadono proprio su Brooke, ma Sam non è affatto convinto e così si improvvisa investigatore per scoprire la verità.
La cosa che più mi è piaciuta, è stata la caratterizzazione dei personaggi. Innanzitutto gli attori sono diretti benissimo, immedesimati perfettamente nell'atmosfera tetra della pellicola. Sam Rice è un uomo perseverante, determinato a scoprire la verità. Si rende subito simpatico allo spettatore, il quale lo segue passo passo nella sua indagine privata, temendo più di una volta per la sua incolumità.
Ben delineata anche Brooke Reynolds, una donna fragile ma che allo stesso non convince pienamente l'astante in quanto pare nascondere qualcosa.
Insomma, ci troviamo di fronte due personaggi che sicuramente sono basati sui tipici cliché, ma che riescono a catturare l'attenzione dello spettatore, grazie anche alla credibilità donata dal director.
Il ritmo è ben sostenuto, c'è forse qualche momento più lento, ma generalmente la narrazione procede diretta, senza girare intorno alle questioni.
La regia in se è veramente buona, ci sono alcune inquadrature e alcuni movimenti di macchina davvero ben eseguiti


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Non manca poi la suspense, ci sono un paio di sequenze che fanno davvero prendere bei colpi o che comunque trasmettono inquietudine.


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Come ho accennato prima, c'è una marcata atmosfera, creata benissimo da Benton. Si tratta di un'aura molto lugubre, la quale trasmette una costante angoscia all'astante. Poi, a contribuire nella riuscita di questo clima cupo, c'è una straordinaria valorizzazione della scenografia e della scelta degli ambienti. La New York che abbiamo di fronte è quasi spettrale, il regista non ci mostra la solita città piena di vita e luce, ma ci fa vedere la parte più scura, più grigia, più silenziosa della grande mela.
Riguardo poi la sopracitata scelta degli ambienti, c'è da notare un particolare davvero originale, probabilmente l'unica vera peculiarità della pellicola: non ci sono scene girate all'esterno durante il giorno. Tutte le sequenze filmate all'aperto sono sempre ambientate di notte e, i momenti diurni, sono realizzate in luoghi chiusi. Tutto ciò sta proprio a voler incrementare il clima fosco che si respira.
Anche la fotografia è parte integrante dell'atmosfera. La tenderei a definire "nebbiosa", proprio per le sue tinte grigie e la presenza di molti giochi di ombre. Realizzata bene da Néstor Almendros e sfruttata nel migliore dei modi da Benton.
Il finale conclude degnamente il film. Mi è piaciuto lo sviluppo dell'enigma, si intravede un pizzico di originalità. Il regista, punta ancora una volta sull'ambientazione per trasmettere più tensione.
I due attori protagonisti sono bravi, d'altronde parliamo di Roy Scheider e Meryl Streep, non certo due novellini. La Streep tra l'altro aveva già lavorato con Benton in Kramer contro Kramer con risultati eccezionali.
In questo "Still of the Night" l'attrice di Summit non recita a quei livelli, però la sua è un'interpretazione valida. Il personaggio è reso credibile e ci sono le solite grandi espressioni. Buona anche l'esplicazione dei dialoghi. Comunque la Streep ha fatto recitazioni nettamente migliori di questa, che invece tenderei a metterla tra le sue performance secondarie.
Scheider si conferma un ottimo attore, solido e virile. Anche lui rende il proprio personaggio veritiero, calandosi benissimo da psicologo nelle vesti di investigatore. Nelle scene con l'ispettore di polizia, Scheider regala momenti di grande recitazione, puntando molto sulla mimica facciale.
La sceneggiatura è semplice ma ben scritta. C'è un lineare ma ferreo impianto narrativo, una discreta stesura dei personaggi, dei dialoghi che fanno il loro lavoro pur non essendo niente di che ed un epilogo intrigante.

Conclusione: giallo piacevole, girato ottimamente e ben interpretato. Non sarà il massimo dell'originalità, però è una pellicola che ha un suo perché. Se vi capita, dategli un'occhiata.
Alpagueur  13/02/2021 21:01:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
la stanza delle lavatrici è stata ripresa da Billy Moore per la sua bellissima Up & Down (la sua canzone più famosa)
Alpagueur  13/02/2021 21:04:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche il titolo è stato ripreso da Lamberto Bava per il suo giallo più bello del 1983 (La casa con la scala nel buio alias A blade in the dark)
Alpagueur  13/02/2021 21:04:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche il titolo è stato ripreso da Lamberto Bava per il suo giallo più bello del 1983 (La casa con la scala nel buio alias A blade in the dark)