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TRE COLORI - FILM ROSSO regia di Krzysztof Kieslowski

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Brundle-fly     1½ / 10  11/12/2008 20:57:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il trittico di Kieślowski “Tre colori” non è né più né meno che un progetto filmico sulla Trinità cristiana. Dopo il “Decalogo”, per concludere la propria esposizione audiovisiva del “CCC”, il Catechismo della Chiesa Cattolica, e/o del “Credo” come professione di fede ecclesiale, e/o d’un qualunque trattato manualistico di teologia fondamentale, ex apologetica, al regista polacco mancava d’affrontare la dogmatica basilare, quella del concilio niceno-costantinopolitano (325 e 381) e del concilio calcedonese (451).
“Film Blu” è l’illustrazione della “persona” dello Spirito Santo nel senso affettivo conferitogli da sant’Agostino. Dunque non solo come spirito di vita (cfr. l’ecografia finale del nascituro), ma anche come spirito d’amore, fra il Padre come Amante e il Figlio come Amato (cfr. il conclusivo “Inno alla carità” della paolina Prima lettera ai Corinzi, capitolo 13, in particolare le 15 caratteristiche attribuite all’”agàpe”/”charitas” nei versetti 4-7).
“Film Bianco” resterà sempre un racconto eccentrico, bislacco e sconclusionato finché non ci si deciderà ad applicargli la chiave interpretativa della cristologia. L’impotenza del protagonista è quella del Messia fin qui venuto solo come “Agnello immolato” e non ancora come “leone di Giuda” (cfr. Apocalisse 5, 5-6). Il viaggio in aereo e la caduta sanguinosa lungo la scarpata simboleggiano l’Incarnazione. Quando costui giunge a casa è Natale (!) e sul bar dei familiari campeggia l’addobbo d’una stella cometa (!). La sceneggiata ai danni della moglie non è altro che l’allegoria della morte e resurrezione peculiari del triduo pasquale, e la moglie viene punita (carcere=purgatorio?) per il peccato della propria mancanza di fede/fiducia.
“Film rosso” è dedicato alla figura del Padre come giudice onnisciente e passivamente distaccato dalle vicende storiche. Quest’idea del “Deus absconditus” risale nientemeno che a Isaia 45, 15. Ma è solo dal 1800 che riesplode nella cosiddetta teologia dialettico-negativa, prima con “l’infinita distanza qualitativa/ontologica” di Kierkegaard, poi con il Di\o-tutt’altro (“ganz Andere”) di Otto e Barth, e poi di nuovo con l’"etsi Deus non daretur” (“come se Di\o non ci fosse”) di Bonhoeffer. La coprotagonista è obbligata a umiliarsi pregando e supplicando in ginocchio Lui affinché Egli si decida a manifestarsi come Di\o d’amore.
Con i riferimenti della trilogia kieślowskiana al motto della rivoluzione francese si cade dalla padella alla brace. Nella diatriba fra Löwith e Blumemberg su “La legittimità dell’età moderna” (1966), e nel distinguo fra secolarizzazione e secolarismo operato da Gogarten in “Destino e speranza dell’epoca moderna” (1953), il regista prende posizione a favore del cristianesimo, e non soltanto fattualmente ma pure valorialmente: è vero ed è anche un bene che i princìpi apparentemente laici siano in realtà ancora un retaggio della religione del Nazareno.
L’esaltazione acritica della libertà rinvia alla fatidica domanda posta da Platone nell'”Eutifrone” (15b): “È giusto ciò che è santo o è santo ciò che è giusto?” A essa si risponde deformando il concetto di libertà nell'arbitrarismo dispotico se si segue quanto propugnato dal neoplatonismo, dalla scolastica francescana, dall’ultimo Schelling, Wittgenstein e Heidegger. Invece libertà e necessità assolute devono coincidere, poiché l'aristotelico sommo bene per l'intera natura si pone come legge a se stesso, autoreferenzialmente.
La fraternità è un altro residuato cristiano. Per quale motivo, infatti, non parlare piuttosto di solidarietà fra soggetti di dignità paritetica, invece di rifarsi ancora, come pure Baudelaire e Ungaretti, alla consanguineità dipendente dalla presunta discendenza da un unico Padre (eterno)?
Infine l’uguaglianza. In logica matematica un conto è il principio di uguaglianza ("=") e tutt'altro è il principio di identità ("≡"). Solo quest’ultimo non è demoniaco nell’accezione tecnica del termine, vale a dire in quanto “scimmiottamento del Bene”. Demoniaco non è il voler essere identici a Di\o, bensì il voler essere semplicemente “come” Di\o, disonorevolmente soltanto “a sua immagine e somiglianza” (Genesi 1, 26). Ma la tradizione ebraico-cristiana ci ha fatto credere l’esatto contrario e anche in questo caso la rivoluzione francese è caduta nella trappola, con grande sollazzo di Kieślowski.

Discussione proseguita su:
http://www.filmscoop.it/forum/forum_posts.asp?TID=7871&KW=Mauro+Lanari&PN=0&TPN=18

Mauro Lanari
Naked  02/01/2009 03:24:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppa politica e poco cinema... (Bellocchio è la risposta)
Hai visto la trilogia per scrivere un trattato politico-teologico?

Ah, te lo dice un laico... che quando si trova di fronte ad un capolavoro, o bel film (se preferisci) non sta troppo a riflettere sul proprio ego, o moralità. Altrimenti, domani dovrei diventare un terrorista (BR), visto che mi è piaciuto molto Buongiono, Notte (e anche Romanzo Criminale).

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Tra l'altro, in Film Bianco... In Polonia, Il fratello era un Parrucchiere per donne, non un Barman (lo so, non è importante... ma è una dimostrazione che tu pensavi ad altro). Eri troppo preso dai troppi libri letti, e dall'idea di "dissacrare" un messaggio, che nemmeno il regista aveva così radicato in se, non nella trilogia.

Senza rancore, ognuno ha le proprie idee, e anche i propri gusti cinematografici, ma, il voto che hai dato mi sembra alquanto blasfemo e pilotato (fuorviato) da qualcosa che non ha nulla a che fare con la trilogia.

Ps. Il tramonto in Film Rosso (e gli occhi di Trintignant), secondo te erano la raffigurazione di Dio... Di un immortale che stava morendo?

Ma si potrebbe parlare anche del simbolo della pace (la colomba) che è avversa al protagonista di Film Bianco... Come anche una Francia capitalista... e una Polonia che lo sta diventando (questo non piace al regista filo-comunista, però cattolico...)


Brundle-fly  02/01/2009 12:56:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Buongiorno, notte" non mi pare affatto granché filo-BR.
Non ho parlato del fratello del protagonista, ma del negozio in cui è entrato. Ricordandomi d'un bancone, m'è venuto pub invece che sede d'un barbiere (ma sei hai ragione tu, hai ragione pure sul seguito: è irrilevante ai fini delle metafora/simbolica del regista).
Non vedo motivi per alcuna sorta di rancore. Qui mi limito a ripetere quel che ho già postato altrove: quando nel "Decalogo" il presunto rivoltoso contro la Fede rovescia l'altare e delle gocce di cera cadono sull'icona della Mad0nna come se stesse piangendo, ho detto basta. Sì, allora preferisco essere blasfemo (cf. il mio commento proprio a Bellocchio, "L'ora di religione"). In casi del genere il soggetto sembra ideato dalla Pro Loco di Civitavecchia o da Socci.
"Dio che stava morendo": esatto, è la teologia da Kierkegaard, Otto, Barth, Bonhoeffer in poi, quella cosiddetta dialettica che poi altro non è che una ripresa nella modernità della teologia negativa, tanto per provare a riassorbire dentro il cristianesimo il fenomeno dell'ateismo. Già Aristotele ed Epicuro parlavano di "Deus otiosus", Isaia di "Deus absconditus" (45, 15).
Su eventuali risvolti politici, e in particolare cattocomunisti, in questo sito sarebbe come parlare di corda a casa dell'impiccato.
Buon 2009.
Ps: "colomba avversa"? Per intanto, emblema dello Spirito Santo e non della pace, considerato il contesto.
Naked  02/01/2009 22:14:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
http://it.wikipedia.org/wiki/Colomba

Colomba - Simbolo dello Spirito Santo e della Pace (nel contesto era bianca).

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070924113544AAEDG3S

Nemmeno un simbolo per antonomasia di pace "ama" il protagonista in terra straniera, poi segue il giudice (che non lo ascolta (perché polacco), la moglie sempre francese che lo abbandona, lasciandolo solo con una valigia vuota (niente più attività, niente più soldi, niente più passaporto, niente più dignità).

Quindi colomba (prefazione ad inizio film) che lui osserva accennando un sorriso come unico ed ultimo simbolo di speranza-accettazione in un paese che gli è avverso... Ma anche il simbolo per antonomasia di pace (e di speranza) - in questo caso: uguaglianza - gli è ostile perché straniero.

l'unico riferimento allo Spirito Santo, secondo me può essere rappresentato dalla sua momentanea impotenza, visto che idealizza la moglie come un angelo, quindi asessuata. Ma anche qua, secondo me prevale la pace (non lo Spirito Santo). Non a caso la sua impotenza è iniziata nel Paese avverso ed è terminata una volta tornato in Polonia.

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Credevo che Aldo Moro fosse stato rapito e ucciso dalle BR...
e che Romanzo Criminale parlasse della Banda della Magliana (certo, quest'ultimo più documentaristico, mente Buongiorno, Notte è più intimista, per via della protagonista femminile).


Brundle-fly  03/01/2009 17:38:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A me "Buongiorno, notte" è piaciuto proprio perché NON è manco dalla parte delle BR, dunque non capisco cosa c'entri il parlare dell'eccidio d'una scorta e d'un politico con l'essere filo-terroristi.
E' la tua analisi solo sociopolitica che ti limita nell'interpretazione dei simboli. Certo che la colomba è ANCHE un simbolo di pace, ma io avevo precisato: "invece, nel contesto poetico del regista, al suo 13° film consecutivo teologico, è l'emblema dello Spirito Santo". Che le sia cristologicamente avversa finché non recupera la sua potenza, è un concetto rintracciabile per tutto il Nuovo Testamento. Es: "E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto" (Luca 24, 49). La potenza effusionale della Pentecoste pneumatologica sul Cenacolo è possibile solo quando il Figlio sarà rimpatriato alla casa del Padre.

ULTRAVIOLENCE78  24/03/2009 15:40:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bè, ma cosa t'aspettavi da due sceneggiatori che si chiamano Krzysztof...
Brundle-fly  24/03/2009 17:23:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mannaggia a 'sti cristo-fòri.