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CONTROL regia di Anton Corbijn

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Ciaby     5 / 10  18/02/2012 10:49:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Delusione agghiacciante. Prendere un uomo fuori dal mondo come Ian Curtis e imbellettarlo di emozioni e storie d'amore senza nesso logico è veramente assurdo, come donare umanità ad un uomo che era bello anche per la sua assenza di umanità. Si parla poco della musica devastante che un gruppo oltrenatura come i Joy Division hanno saputo creare, soffermandosi più, con una certa superficialità, tra l'altro, sulle vicende sentimentali e non di Ian, mostrato mentre piange più volte, per descrivere la sua disperazione e la sua malattia: un espediente abbastanza facile per rappresentarne il dramma.

Il bianco e nero per descrivere la sua vita è bellissima come idea, ma rendetelo grezzo e cupo, non da fotografia di spot di Calvin Klein, con tutte quelle inquadrature ricercate da studente accademico che danno al film un pathos quasi televisivo. Sul finale si risolleva abbastanza, ma la chiusura del film lascia l'amaro in bocca. Concordo con chi ha detto che sulla sua vita poteva farci un film perfetto solo chi adopera l'astrazione (Tsai Ming-Liang, Derek Jarman), perchè questa sembra solo una rappresentazione didascalica di una vita, da compitino delle medie, fatto per fatto.

Eccellenti le interpretazioni del cast, ma da un film su una delle più grandi icone del rock ci si aspettava molto di più. Un flop.
Invia una mail all'autore del commento Jason XI  20/03/2012 10:49:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco che i fan siano pretenziosi all'inverosimile ma cerchiamo di valutare nel complesso un opera che cmq ha non per ultimo scopo raggiungere persone che mai hanno sentito pralare di Ian Curtis e Joy Division, perchè, parliamoci chiaro, la band di Manchester non è proprio su tutte le riviste e non lo è stata neanche in passato..
Curtis non è come Jim Morrison o Curt Cobain anche se probabilmente la sua influenza è stata maggiore... quindi sbagli a dire che Ian Curtis è una delle pià grandi icone del Rock... quelle sono altre.... (mi stupisce questa tua affermazione)...
Perciò direi di dare merito a Corbijn, che visse quel periodo, di aver portato FINALMENTE sul grande schermo una storia allucinante e triste con sufficiente sensibilità e coerenza.... non era facile raccontarla a mio parere... ci sono, è vero, degli aspetti discutibili del film ma tutto sommato rimane una buona testimonianza..... un miracolo, oserei dire.....