Reservor dog 8 / 10 12/12/2008 12:10:27 » Rispondi Nutrendo un’ammirazione sconfinata per la musica dei Joy Division, il mio giudizio potrebbe risultare di parte e non del tutto obiettivo, fatto sta che ho trovato questa pellicola deliziosa, soprattutto per la capacità di rappresentare l’esistenza di Curtis senza inutili piagnistei e senza la volontà di emettere un giudizio, lasciando allo spettatore la facoltà d’interpretare l’intera vicende. Aiutato da un bianco e nero mai così opportuno, dallo sfondo dato della provincia inglese del nord, che al solo osservarla mette i brividi, e che di fatto è lo specchio dell’anima del tormentato cantante, Corbjin scandisce la sua storia al ritmo ipnotico ed inquietante che caratterizza la musica dei Joy Division, catapultandoci nella crescente disperazione che portò un giovane in grande ascesa a porre prematuramente la parola fine sulla sua esistenza. Incapace d’adattarsi al mondo, Curtis fu vittima delle sue scelte, della sua malattia e di una naturale predisposizione a sentirsi distante dalla normalità. Nonostante l’enorme successo del gruppo, egli non riuscì a mai goder appieno della fama proprio perché nel momento in cui venne a trovarsi nella condizione di far esplodere il fenomeno Joy Division a livello planetario preferì eclissarsi definitivamente. Autori di soli 2 album, e precursori di un genere che spopolerà nella decade a venire (e anche oltre), ai Joy Division, a mio modo di vedere, non sono ancora stati riconosciuti tutti i meriti. Questo film è un primo passo. Spero non l’ultimo.
Jason XI 14/12/2008 12:44:15 » Rispondi Grande dog!... commento appassionato ma non sopra le righe... come il film di Corbijn...... che rimane un omaggio commovente, partorito con maturità oggettiva e intelligenza, nonostante si tratti di opera prima.