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L'ULTIMA MISSIONE regia di Olivier Marchal

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JOKER1926     7½ / 10  17/10/2014 15:56:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Passa qualche istante, l'inquadratura cattura il personaggio e parte una colonna sonora di sostanza.
La premessa è sinonimo e allegoria di un progetto che può deviarsi e mutare nella forma, ma nella sostanza è già scritto.

"L'ultima missione" parte con un retrogusto di nullismo, di rottura sociale; Daniel Auteuil è il mezzo che conduce al fine. Alla regia un ottimo Olivier Marchal.
La prima cosa che traspare con il film di Marchal è lo stile che richiama altri film francesi, per stile intendiamo tante cose, abbracciamo l'ampiezza del concetto. Per stile intendiamo anche la resa e l'epilogo (amaro e decadente) che avvolge le pedine coinvolte nel mortal gioco.
"L'ultima missione" è il calvario di una serie di personaggi in pena e in dolore, Schneider è il punto più alto del sistema penoso.
Si respira quindi, sin dall'inizio, un'area malsana di buio e di tristezza, Schneider personaggio agonizzante e ghiacciato da drammi e disavventure personali, inerenti alla sua famiglia.

La bravura della regia francese risiede nel fatto di andare a lavorare su una sceneggiatura non semplice e molto complessa che si dirama in situazioni varie e si apre, con la complicità di un piano narrativo ampissimo, su più strade. In genere la complessità delle cose porta a disilludere lo spettatore, ma con "L'ultima missione", persino i passaggi meno probabili tengono botta, non appesantendo nulla. Questa è la vera forza di Marchal, ciò significa che il film è di vivo interesse.

Il film termina nel silenzio e nella pace trasversale che vuole e che pretende. Sotto i riflettori da parte dell'ex poliziotto e regista Marchal proprio il sistema poliziesco alquanto ambiguo e pure corrotto tragicamente. Sopravvive l'animo di chi ha coerenza e la vita distrutta; le inquadrature simboliche e i dialoghi iniziali la dicono lunga sull'alone mortuario che prevede vendetta e resa dei conti.
"L'ultima missione" è una parabola ombrosa e tirata; improbabile e complicato trovare altre produzioni così tediose e testarde, vedere l'icona di Schneider, che si battono con la forza della disperazione nel pieno nichilismo.