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TUTTA LA VITA DAVANTI regia di Paolo Virzì

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ragefast     8 / 10  04/04/2014 01:29:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Concordo per gran parte con Inamoto89 e dico la mia.

Sinceramente è la prima volta che vedo un film di Virzì, nonostante mi avessero incuriosito anche altre sue pellicole più o meno recenti. Il motivo della visione è sostanzialmente da ricercare nell'argomento principale del lavoro precario, più in particolare dei famigerati call-center, che purtroppo ho avuto modo di vivere in prima persona (per la cronaca, l'ufficio dove lavora la protagonista è quasi oro colato).

Se volessimo affrontare questo tema, ci vorrebbe un'opinione fin troppo prolissa, perchè coinvolgerebbe tra le tante cose anche enormi disparità sociali, oltre che generazionali (non me ne vogliano i pensionati a 300 euro al mese come la signora Franca); c'è solo da dire che se questo tema era attuale nel 2008, a mio avviso oggi lo è ancor di più per il degrado nel quale versa il ns paese (si, con la "p" minuscola). E forse solo chi vive e ha vissuto il mondo dei co.co.pro., degli stage a 500 euro a centinaia di km da casa e del porta a porta può davvero comprendere la pellicola a 360°.

Detto ciò, Virzì affronta questo delicato tema proponendone un ritratto tragicomico (più tragico). Abbiamo quindi la solita neolaureata che, dopo l'illusione della laurea come chiave per chissà cosa, si ritrova catapultata nel mondo del precariato, con tutte le sue difficoltà; inoltre il suo livello culturale si scontra inizialmente con quello delle altre colleghe, appassionate e attente alle vicende dei cerebrolesi del Grande Fratello. Facendo di necessità virtù, riesce a sbarcare il lunario e a dimostrarsi anche brava nel vendere a più non posso, rendendo contenti gli squali della compagnia, rappresentati da una discreta Sabrina Ferilli (incredibilmente se la cava bene) e Massimo Ghini. Squali solo in apparenza, dato che nella sfera privata mostrano tutta la loro debolezza e nullità.

Al contrario, Marta, interpretata da un'ottima Isabella Ragonese, conserva una certa sensibilità, come dimostrato quando vengono fatte fuori senza troppi complimenti alcune sue colleghe o quando si trova a dover parlare con un'anziana che ha perso la sua giovane nipote, suicidatasi per l'assenza di lavoro.

In conclusione, un film che ci racconta in maniera abbastanza realistica, anche grottesca e con qualche esagerazione, di molti giovani di oggi, schiavi di una società fondamentalmente malata. Azzeccato il finale e...


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