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TUTTA LA VITA DAVANTI regia di Paolo Virzì

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amterme63     7½ / 10  01/12/2008 19:30:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bisogna giudicare questo film, secondo me, per quello che è: un’impietosa satira del mercato del lavoro italiano degli anni 2000. Si tratta di parodia e quindi tende a esagerare certi aspetti della realtà. Non bisogna perciò prendere questo film come un resoconto oggettivo e generalizzare i comportamenti dei personaggi. Lo scopo, tutto sommato, è quello di divertire, di ridere, di prendere in giro e bisogna dire che ci riesce molto bene.
Allo stesso tempo, però, dietro le esagerazioni si riconoscono alcuni aspetti specifici del reale, i quali colpiscono molto, invitano a riflettere. Insomma, vuole anche essere uno stimolo ad aprire gli occhi e ad approfondire un fenomeno che coinvolge soprattutto le giovani generazioni. Spingere a prendere posizione, a fare considerazioni (al di là delle risate), ecco il grande merito di questo film. Complimenti, Virzì.
Altra cosa da tenere presente è il vizio stilistico del regista di prendere in giro tutti. Nei suoi film non si salva mai nessuno. Per questo, secondo me, ha scelto di far presentare le vicende del film da una voce neutra fuori campo che parla con un tono da barzelletta. In questa maniera ci stacchiamo dalla vicenda, la vediamo con occhi critici, non ci identifichiamo con la protagonista. Anche Marta insomma è soggetta all’ironia di Virzì e le sue scelte vanno seguite con distacco e occhio critico.
L’ironia comincia subito dal primo ambiente descritto, cioè quello universitario, dove si fabbricano i cervelli, le coscienze critiche della società. Invece regna l’indifferenza, la routine, la burocrazia. Il sapere sembra qualcosa di fine a se stesso, una conoscenza come un’altra per trovare “impiego” nella società. Del resto il regista non ci permette mai di entrare nella mente di Marta. Non sapremo mai perché ha scelto filosofia. Solo per trovare un lavoro? Che aspirazioni ha Marta? Quelle semplici borghesi o qualcosa di più? A Virzì e per i suoi scopi non interessa. Gli basta far vedere la completa assenza di una forza critica attiva nella società attuale.
L’iniziativa è quindi lasciata agli “imprenditori”, all’interesse privato, il quale è abilissimo a travestirsi, a presentarsi in maniera affascinante e a penetrare a fondo nella mente della gente di cui ha bisogno per funzionare. I veri “filosofi” sono loro, che creano una nuova etica, dei nuovi valori, dei nuovi stimoli e non si peritano di esaltare o umiliare le persone, a seconda del loro interesse, senza mostrare pietà o umanità alcune. Alcune scene sono devastanti, come quelle delle premiazioni o delle punizioni. Dietro si può facilmente riconoscere la filosofia vincente inaugurata dalle reti televisive di Berlusconi negli anni 80 e dalla sua rete di propaganda Fininvest. Se può “consolare”, Virzì allude al fatto che anche i manovratori diventano vittime delle loro stesse macchinazioni e finiscono pure loro stritolati dai sistemi che hanno creato.
Altra istituzione presa di mira da Virzì è quella sindacale, anche questa accusata di essersi ridotta a qualcosa di burocratico, che mira a “denunciare” sui mass-media piuttosto che a agire in concreto nei luoghi di lavoro. Il personaggio di Giorgio il sindacalista è molto macchiettistico, “sui generis”, probabilmente è il personaggio meno convincente del film. In fondo le sue intenzioni sono nobili, magari non ha i mezzi per intervenire, non è tutta colpa sua. Ma forse Virzì ha voluto denunciare la strana schizofrenia di chi subisce il sistema: hanno il cervello così lavato dai loro datori di lavoro che danno la colpa dei licenziamenti (sentiti come qualcosa di naturale e indiscutibile) non a chi gli ha eseguiti, ma a chi gli ha provocati (un po’ come tanti adesso che danno la colpa ai partigiani per le stragi di Sant’Anna o delle Fosse Ardeatine).
Marta è una ragazza buona, generosa, è molto intelligente, eppure subisce mentalmente il sistema, non ci partecipa fino in fondo ma nemmeno lo contesta o lo combatte con decisione. E’ un po’ lo specchio di tanta gente che sa, sente ma non trova nessuno stimolo per cambiare o ribellarsi, appare come rassegnata. Anche per questo il film non ha in realtà alcun lieto fine. Rimane addosso una brutta sensazione, veramente brutta, quella di sospettare che forse il reale non si discosta poi di tanto dalla sua parodia.
Macs  16/12/2008 22:14:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anch'io mi associo ai complimenti, splendido il tuo commento che somiglia molto a una recensione professionale. Sono d'accordo su quasi tutto quello che scrivi, tranne che secondo me Virzì ha comunque l'intenzione di farci immedesimare in Marta, ma non tanto perchè lei sia un personaggio particolarmente positivo (anche se quando restituisce i soldi alla vecchina, si fa veramente apprezzare), quanto perchè nella sua precisa condizione si trovano moltissimi giovani, con gli stessi problemi che ha lei, le tentazioni del guadagno facile (Sonia alla fine) ma che fa a pugni con la nostra moralità... che viene continuamente messa alla prova. Anche a me questo film è piaciuto molto, l'ho già rivisto due volte.
amterme63  17/12/2008 08:38:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Macs. Sì hai ragione, il personaggio di Marta è quello più complesso ed è visto a volte positivamente e a volte negativamente. Siamo portati a essere solidali con lei e ad apprezzarla per i suoi nobili gesti e a volte ad arrabiarsi per alcuni suoi pregiudizi o per la sua arrendevolezza (ed effettivamente è difficile fare altrimenti). Un film che continua ancora a farmi pensare, a settimane dalla sua visione.
arturo  02/12/2008 23:52:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
complimenti. è la migliore analisi del film che abbia letto, e non solo qua dentro
amterme63  03/12/2008 08:27:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie.
Blutarski  17/12/2008 12:43:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La tua analisi colpisce nel segno, ancora una volta complimenti.
amterme63  17/12/2008 13:50:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille, Blutarski