Ciumi 8½ / 10 24/10/2009 13:06:51 » Rispondi Un volteggiare di versi, abbagli e suoni, tra spy-story, noir, fantascienza e quant’altro. Un occhio pulsante, una voce cavernosa. Una dio macchina Alpha che vieta il sentimento e che porta via l’anima. Una galassia di frasi sussurrate, di luci e ombre che s’alternano. Quasi una lampadina che sta cessando d’illuminare.
Alphaville somiglia al nostro mondo, inaridito da un’assidua corsa alla ricerca di quel nucleo irraggiungibile che rappresenta la perfezione tecnologica, per arrivare ad avvicinarci e ad affidarci ad un dio terreno che probabilmente non riusciremmo noi stessi a governare. Stiamo lentamente viaggiando anche noi verso questa strana galassia, e ci stiamo perdendo, e Godard questo lo aveva capito.