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L'INNOCENZA DEL PECCATO regia di Claude Chabrol

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  30/05/2008 11:03:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno Chabrol minore come purtroppo ormai capita da tempo,l’ennesima messa alla berlina della classe borghese questa volta non colpisce più di tanto, pur mostrando una certa originalità e la consueta eleganza nella messa in scena.
La solita facciata perbenista e di circostanza delle classi abbienti viene ancora una volta demolita dall’operato del regista transalpino che trascina lo spettatore insieme alla sua protagonista,la deliziosa e seducente Ludivine Sagnier,in un mondo marcio fino alle fondamenta e corrotto da falsità e perversioni.Ed è proprio la ragazza,apparentemente virginale ed ingenua, ma in realtà arguta calcolatrice e capace di sottomettersi a qualsiasi vizio per amore, ad incarnare con efficacia quella negativa ambiguità che trasuda da ogni personaggio,nel suo caso però dettata dall’infatuazione violenta o dall’occasione,negli altri da egoismo,falsità,prevaricazione ed aridità.
Il problema risiede nella struttura del film che fatica a raggiungere il climax,trascinandosi tra toni drammatici e divertiti in maniera non sempre ben equilibrata e raggiungendo il tanto atteso coupe de theatre in maniera poco sorprendente.Poco incisivo il finale onirico in cui viene spiegato in maniera un po’ troppo elementare il significato del film,tra l’altro già racchiuso nel titolo originale come al solito inspiegabilmente cambiato dai distributori nostrani.
Oltre alla Sagnier appare molto buona la performance degli altri attori, con il duello amoroso tra il giovane spostato Benoit Magimel e l’attempato e spocchioso François Berleand a dare un po’ d’intrigo all’opera.
Tratto da un fatto di cronaca accaduto ad inizio novecento, rimane comunque un film guardabile anche se da Chabrol sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa in più.