kowalsky 7 / 10 18/02/2008 22:51:27 » Rispondi Scene di lotta di classe in una Francia contemporanea per un film che - a detta della critica - rappresenta uno dei punti più alti della filmografia di Chabrol. Personalmente non sarei del tutto del tutto d'accordo, anche se tuttavia le invenzioni cinematografiche di questo cinema - così corroso tra classicismo e splendente kitscherie (in un finale che per quanto paradossale fa pensare a una lettura europea del cinema di Lynch) dimostrano una forte dose di coraggio, o quantomeno la capacità di sperimentare e "osare". Il mio voto comunque non va oltre il 7, anche se adoro e ho adorato Chabrol, un regista che a mio parere spesso ha toccato vertici di assoluta grandezza. La storia è convenzionale, purtroppo, e dico purtroppo (anche pur riconoscendo che la capacità di dissacrare la borghesia è un grande merito di Chabrol) pur riconoscendo che i personaggi sono davvero indimenticabili in toto: a cominciare da una Deneige/Gabrielle (Ludovique Seigner) degna del connubio Deneuve-Bunuel, un pò vergine e un pò p.u.t.t.a.n.a, fino al giovane e nevrotico amante-sposo miliardario (fantastico l'attore), in linea con l'amorale ambiguità di un film irrisolto ma coraggioso, che sembra uscito da certi personaggi tormentati d'altri tempi, un pò Goethiani per non dire à la Evelyn Vaugh (Sebastian?). Reminescenze con il Ragtime di Forman, e un titolo originale ("La ragazza tagliata in due") che ben esprime la radicalità di un soggetto di doppiezza anche qualitativa: ora splendido, ora (volutamente) irritante e spocchioso