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IL MEDAGLIONE INSANGUINATO regia di Massimo Dallamano

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JOKER1926     7 / 10  12/10/2012 01:53:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Massimo Dallamano è stato uno di quei registi italiani figli e padri, simultaneamente, di un tipo determinato, peculiare di confezionare film. Dallamano spazia fra film gialli, polizieschi ed horror degli anni settanta.
Ad esempio, nel 1972, della regia in questione, si ricorda "Cosa avete fatto a Solange?", sempre in questi spezzoni temporali alla mente dell' "agguerrito" e maniaco scopritore e cinefilo del genere thriller/horror viene in mente "Il medaglione insanguinato" (Il titolo prevede anche un'altra parola "Perché!?").
Dispiace insomma che un incorrotto film come "Il medaglione insanguinato" non godi di (almeno) una manica di fans, il prodotto è orfano di apprezzamenti. Il tempo passa e la concorrenza del tempo, passi il gioco di parole, alle volte è stata troppo impulsiva e poco equilibrata cancellando quasi del tutto film che avevano ed hanno, oltretutto, un qualcosa da dire nella loro fattispecie di film di genere.
Dallamano propone con il suo lavoro del 1974 una storia che sembra strizzare l'occhio al film di William Friedkin. Con le dovute proporzioni "Il medaglione insanguinato" crea (minimi) parallelismi con "L'esorcista". Contenutisticamente parlando, infatti, le storie combaciano. In entrambe le produzioni protagoniste della scena bambine "deviate" da forze oscure collimanti in quelle del diavolo.
La regia di Dallamano avrà preso qualche spunto.
Però, oltre, ogni tipo di cenno di stile e di trama , il film italiano riesce a farsi rispettare presentando in esso alcuni fattori fondamentali.
Tanto per dirne una c'è da registrare un pathos non indifferente, alcune sequenze regalano un'area diabolica e fanno drizzare i peli sulle braccia ( la questione, in minima parte, riguarda anche gli esteti). Assumono notevole importanza e fascino i flashback della protagonista (la ragazzina di "Profondo rosso"!) ove emergono, palesemente, icone sataniche da cardiopalma.
Regia superba poi nella selezione scenica. I posti in cui il film elabora le proprie dinamiche sono spettrali e strizzano l'occhio ad un alone gotico sublime. La sala in cui c'è il quadro "maledetto" crea un'atmosfera non indifferente. Su questa riga il grandissimo Dario Argento prenderà spunti per il munifico "Profondo rosso", uscito nelle sale appena un anno dopo. Il quadro ispira e inquieta qualsiasi regista.

"Il medaglione insanguinato" strabilia quindi a livello di sceneggiatura, non si eleva nei templi dell'immortalità per via di una storia troppo "fatale" che di logico ha ben poco e per qualche musica un po' troppo fuori contesto. Per il resto il film merita qualsiasi apprezzamento; inaspettata sorpresa!