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INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO regia di Steven Spielberg

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RudyGonzo     5½ / 10  26/05/2008 12:52:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un Personaggio è un Personaggio. A volte entra nel mito, e ci resta. Cappellaccio, frusta, giubbotto, colt, barba sfatta. Ecco l’Icona. La materializzazione dei sogni dei bambini che ancora vivono in noi, e che ogni tanto fanno capolino e ci portano lontano: mondi perduti, tesori sepolti, pericoli, nemici, maledizioni… Mito, sogno, fantasia. Indiana Jones, in due parole. Ma i miti si possono anche demolire, svilire, sprecare, involgarire. C’è un signore, che si chiama George Lucas, che ha contribuito anni fa a crearne tanti, di miti moderni, compreso questo, e che ormai è malato. Seriamente malato. Ha un’industria di effetti speciali che si chiama ILM, Industrial Light and Magic, dal nome suggestivo e fantastico, che negli anni è diventata talmente potente e sofisticata nel fare il suo lavoro - riuscire a rendere il falso più vero del vero - da aver dato assuefazione al suo creatore, proprietario e leader. A volte, vedendo i risultati, viene da chiedersi se lo stesso Lucas non sia egli medesimo una creatura in digitale, un ologramma prodotto dalla sua ILM per arrivare a conquistare il mondo (della fantasia). Forse, in un sotterraneo dello Skywalker Ranch, in una vasca illuminata da un neon violastro, pieno di sonde, sensori, cavi e tubi che gli entrano in ogni orifizio, giace in sospensione il George Lucas che noi tutti ricordiamo per aver costruito mondi e creato miti e mitologie, Star Wars in testa. Ridotto a un vegetale, un monitor che ne traccia l’andamento vitale emettendo regolari bip, il corpo molle che sembra librarsi in volo immerso in un liquido amniotico livido e innaturale.
Come si spiega altrimenti che colui che partì addirittura dal Paradigma dei Paradigmi della narrazione per costruire la sceneggiatura del primo Star Wars (1977), tanto da farne a sua volta un paradigma usato nei corsi di scrittura, si sia ridotto a credere che la storia di un film si riduca allo schema di un platform neanche troppo divertente e che ogni buco e progressione narrativa possa essere risolta con lunghi, estenuanti, inseguimenti con duelli in corsa?
Sarebbe bello leggere – e rimpiangere – la sceneggiatura di Derebont, rifituata da Lucas, per questo quarto capitolo delle avventure di Henry Jones Junior. Derebont, che avrà pure tanti difetti, è uno dei pochi sceneggiatori ad essere riuscito a migliorare un già bellissimo racconto di King (cfr. "Le ali della libertà" e il racconto da cui è tratto, "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank"), cosa avrà mai potuto scrivere per essere cacciato da Lucas? Troppe poche incongruenze? Poche sequenze estenuanti di inseguimento fine a se stesso? Troppa suspense ben costruita? Troppa ironia? Personaggi troppo credibili e di spessore? Intreccio narrativo troppo accativante e coinvolgente? Se questi erano i difetti riscontrati nel rescindere il contratto, il risultato l’abbiamo visto.
C’era un bellissimo episodio di South Park, in cui si cercava di salvare i film dai propri registi, (guarda caso proprio Spielberg e Lucas), episodio che reagiva ai troppi ritocchi digitali applicati a vecchi film mitici, uno per tutti: le pistole degli agenti della CIA trasformate in walky-talky nella versione di E.T. rieditata da poco. Ecco: salviamo la nostra fantasia da chi ci ha aiutato a svilupparla, salviamo i personaggi dai loro autori ormai non più all’altezza, salviamo il cinema dai videogiochi, salviamo il bambino che c’è in noi dalla playstationizzazione dell’immaginario.
Tony Montana  26/05/2008 13:14:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento, anke se secondo me per quello ke hai scritto dovevi dargli di meno. L'ho vista ankio la puntata di South Park: dicono sempre la santa verità in quel cartone ;)
SOLO  26/05/2008 15:37:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
il tuo commento sul film T.M. ?....
RudyGonzo  26/05/2008 16:02:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mio commento è implicito in quello che ho scritto (così rispondo anche per il voto troppo alto): Indiana Jones per me è Indiana Jones, e già solo vederlo rivivere al cinema mi dà un brividino alla schiena, mi fa tornare a sognare con lui. E vedendo il film non ho pensato molto alle vaccate a profusione che ne scaturivano (potrei riempire una sezione spolier di qualche cartella analizzando le cose che non quadrano affatto nella sceneggiatura): mi sono posto come davanti a un nuovo albo a fumetti di un eroe che amo, non il migliore, non quello imperdibile, ma pur sempre una sua nuova avventura. Difatti, ragionando colla sola parte sinistra del cervello, mi sono anche divertito. Poi ci ho ragionato su, e mi sono accorto che il "Lucas' touch" aveva incominciato a distruggere anche questa bella trilogia del nostro passato, come già fatto per l'altra. Manca mordente, la sceneggiatura è insopportabilmente lineare, senza suspense, senza scoperte e colpi di scena. Ma con un sacco di belle corse di sgusci che tanto vengono bene in 3d...
Il voto è dunque una media tra il pensiero a posteriori e quello in sala. Ragionando solo a freddo, avrebbe meritato un quattro.
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  26/05/2008 13:38:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento, sottoscrivo