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INDIANA JONES E IL REGNO DEL TESCHIO DI CRISTALLO regia di Steven Spielberg

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Borg     7 / 10  24/05/2008 13:02:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Senza farla tanta lunga, andiamo subito al sodo: il film è una delusione?
Nì.
Ovviamente non si tratta affatto di uno s*******mento come molti paventavano, ma certo è che tra tutti i capitoli sia quello più debole. Non brutto, e meno che mai immeritevole, solo un pò debole, l’avventura che racconta non prende come le precedenti e alla fine non si risolve neanche nel modo più sorprendente e originale (per dire, e qui le cose si fanno un po’ inquietanti, il concetto alla base del film non differisce molto da un ciofecone come “Alien vs. Predator”, ripeto, solo il concetto per fortuna).
Se comunque ci sforziamo di mettere per un attimo da parte gli altri episodi, la visione diventa sicuramente piacevole e ci accorgiamo come il buon Indiana metta al loro posto tutti i pallidi cloni che hanno cercato inutilmente di sostituirlo (Mistero dei Templari e cazzatone colossali pallosissime simili), e questo è qualcosa di assolutamente rassicurante, nonché anche il minimo.
Diciamo subito che il primo tempo è assai meglio del secondo, ogni cosa è al suo posto (con almeno una sequenza magnifica: il test nucleare), la ricerca è intrigante (magari anche un po’ facilona, ma caspita, questo è lo stile della saga), i momenti action sono davvero ben congeniati, la coppia Harrison Ford (in formissima!) e Shia LaBeauf appare molto affiatata e i cattivi macchiettistici, anche questi secondo tradizione, fanno il loro dovere.
Certo, l’idea del figlio non è il massimo sforzo di originalità (Lucas è veramente fissato con il passaggio del testimone), però funziona.

I problemi arrivano tutti con il secondo tempo: ritroviamo un John Hurt decisamente sottoutilizzato (il vecchio pazzo che tutto sa ma procede per indovinelli e frasi sconnesse per indicare la via), e una Karen Allen che si intrattiene in scontati siparietti con Ford, tipo vecchia coppia un po’ isterica con qualche sassolino nella scarpa da togliere. Se l’intento era strappare un sorriso, purtroppo non ci sono riusciti.
Ed ecco che arrivano anche delle scene d’azione spesso eccessive, se non inguardabili, affidate ad una CGI non sempre convincente: l’inseguimento e lo scontro nella foresta è puntellato da improbabilità belluine, come Mutt novello Tarzan, le formiche giganti (fintissime e con un comportamento che neanche in un cartoon della Warner), e il rocambolesco modo in cui l’automezzo dei protagonisti finisce sul fiume, anche ai successivi salti dalle cascate, benchè emozionanti, non sono affatto credibili…
Ora qualcuno dirà: “eh, se volevi un film realistico che ti vai a vedere proprio Indiana Jones?”
Ed io gli rispondo: “grazie al cavolo bimbo mio, ma c’è una cosetta importantissima che si chiama sospensione dell’incredulità, nei film di Indiana Jones solitamente alla cose più inverosimili riuscivamo a credere, in questo invece l’alchimia si è un po’ rotta!”
Colpa anche dell’assoluta libertà d’azione data dal digitale, credo che per usarlo bene ci vogliano dosi di autocontrollo non da poco.
Anche i miglior registi spesso vengono fregati dalla CGI, guardate ad esempio il King Kong di Jackson, per carità, gran film, ma certe sequenze di Skull Island sono dannatamente esagerate, e non a caso ricordano alcune di quest’ultimo Indiana….

Arriviamo così al finale, con i Russi (al comando della brava Cate Blanchett) che desiderano il potere per sovrapporsi finalmente e necessariamente ai baccelloni dell’invasione degli ultracorpi (beh, questo è comunque molto simpatico, la metafora anticomunista, o antimaccartista, ok, del film di Siegel viene finalmente sviscerata… ), in un crescendo di spettacolo digitale un po’ così, senza infamia e senza lode…
Il film termina. Alla fine sul volto un sorrisetto felice non ti manca, pur con i difetti del secondo tempo il prodotto è valido. Certo, se poi vuoi trasformare il sorrisetto in un’irrefrenabile risata gioiosa, consiglio assolutamente di rivedere i capitoli precedenti, decisamente un po’ più in forma.

Vado con la mia personale classifica:

1) “Indiana Jones e il tempio maledetto” (checchè se ne dica è l’episodio che preferisco, con la scena più bella di tutta la quadrilogia: il banchetto rivoltante! );

2) A pari merito “I predatori dell’arca perduta” e “L’ultima crociata”;

3) Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (alla fin fine valido, poteva andare tremendamente peggio).