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PICNIC AD HANGING ROCK regia di Peter Weir

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Ciumi     8½ / 10  24/08/2009 19:59:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La montagna s’è presa con sé anche quell’ultimo suo sguardo. E Miranda, come le sue compagne e l’insegnante che l’hanno seguita, da allora non ha più voce se non nella memoria. Rivive bensì nella grazia di quei luoghi, nella dolcezza ipnotica del flauto, nel fascino occulto di quella gita campestre, nelle confessioni intime e sociali delle persone che ha conosciuto. Ma non si trova consolazione alla sua scomparsa, il tempo passa, le preghiere s’attenuano; come quando un segreto non è svelato, l’alimentarsi vano della speranza s’estingue placido in quell’unico frammento del suo vestito bianco.
La natura ha chiuso a sé le sue mani fosche, s’è portata via quegli innocenti fiori di gioventù; la montagna tace, rivela il suo sguardo dolce e ospitale, ma il suo manto è oscuro e impenetrabile come chissà cosa… oh, se potesse la sua voce raccontarci di loro.
dobel  19/09/2010 15:10:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualche settimana fa mi hai chiesto quali erano i film che mi spaventavano di più. Mi ero dimenticato di menzionare proprio questo: una delle pellicole più terrorizzanti che abbia mai visto (forse perché è una storia vera!). Lo trovo un film spaventoso e inquietante come pochi. E anche in questo non vediamo una scena che sia una che possa fare paura.
Il terrore che suscita in me quest'opera di Weir è direttamente proporzionale alla sua capacità di nascondimento; proprio in virtù del fatto che nulla viene mostrato in quanto nulla si sa di ciò che è successo, ne veniamo atterriti. Un grande film del terrore, a tutti gli effetti.
Un terrore panico e ancestrale... il tempo per un attimo si è fermato e ha inghiottito qualcuno di cui non sapremo mai più nulla. Da brivido!