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IL PETROLIERE regia di Paul Thomas Anderson

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Boromir     10 / 10  13/03/2022 23:03:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Basato sul romanzo Oil! di Upton Sinclair, datato 1927, Il petroliere copre un trentennio di storia americana e racconta la tumultuosa esistenza di Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis), un cercatore d'oro dagli occhi fiammeggianti che, nella California degli inizi del Novecento, trova il petrolio e comprende il valore dell'oro nero nell'economia del futuro. Il raggiungimento della vetta della carriera di petroliere, tra inganni e cinismo, andrà di pari passo con il disfacimento della sua disastrosa vita privata.
Tra American Gangster di Ridley Scott, Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen e Into the Wild di Sean Penn, il 2007 è stato un anno all'insegna dell'alta qualità per il cinema americano. Tuttavia la palma di miglior film della stagione va a Il petroliere, scritto e diretto con stile essenziale ma d'impatto dal regista di Magnolia Paul Thomas Anderson e commentato da uno strepitoso tappeto sonoro straniante di Jonny Greenwood.
Ciò che però rende questo titolo un capolavoro imperdibile è la statuaria e fuori da qualsiasi schema interpretazione di Daniel Day-Lewis, nei panni di un individuo che può essere inserito senza problemi in qualsiasi contesto storico/geografico, la cui scalata al potere non bada a moralismi e sfrutta l'ingenuità e l'ignoranza altrui per raggiungere i propri egoistici scopi.
Dipingendo con straripante rigore recitativo il volto più feroce e folle dell'americano medio e arrivista, Day-Lewis si è conquistato un meritato Premio Oscar come miglior attore protagonista per un personaggio che non sfigura accanto ad altre figure eccentriche e dinamiche come Kane (Orson Welles) di Quarto Potere o Fitzcarraldo (Klaus Kinski) dell'omonima pellicola di Werner Herzog. La sua ossessione distruttiva (per il potere e il denaro) è attuale e universale; il personaggio stesso è esplicita metafora storica di un'America che poco è cambiata nei cent'anni che ci dividono dall'epoca in cui si svolge la pellicola. A spalleggiare e a tenere testa spesso e volentieri al più blasonato collega troviamo, tra le mille sorprese regalateci in oltre due ore e mezza di proiezione, la performance del bravissimo Paul Dano (visto in Swiss Army Man anche se in molti lo ricorderanno nella parte del "figlio muto" della sgangherata famiglia protagonista di Little Miss Sunshine), che dà vita ad un giovane pastore nevrotico e teatrale, perfetto polo negativo degli affari di Plainview.
Dal canto suo, Paul Thomas Anderson non si limita ad asservire la sua macchina da presa alla bravura dei due antagonisti o alla spettacolarità di alcune scene tra le più impressionanti di sempre dal punto di vista visivo, ma sfrutta con maestria la storia (e la Storia) e i suoi personaggi per veicolare messaggi potentissimi e urgenti per la nostra contemporaneità, filtrando tutto con uno sguardo sufficientemente lucido e neutrale da non scadere mai nella retorica. Perché la ferocia dell'eterno conflitto tra i poteri forti (qui Denaro e Chiesa) non può che concludersi con un nulla di fatto divorato dalla violenza e dalla più folle avidità, cieca a qualsiasi sentimento umano, e Anderson ce lo ricorda senza sconti con questo immenso capolavoro umano.