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IL PETROLIERE regia di Paul Thomas Anderson

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Gabe 182     7½ / 10  21/03/2020 18:46:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grandissimo film, non riesco a definirlo un capolavoro, ma è un grandissimo film firmato dal buon Paul Thomas Anderson.
Il petroliere e' un film ambizioso, molto sentito, sperimentale nella sua costruzione e dunque distante anni luce dal "modo" di fare cinema a cui siamo abituati: a quei prodotti, a volte solo ben confezionati, che ci giungono segnatamente da Hollywood.
Il petroliere è un potente affresco sulla nascita del capitalismo e sul fanatismo della religione. Soprattutto un film sull'avidita' di un uomo forte, ostinato e per certi versi eroico: un solitario misantropo che sembra aver venduto la propria anima al diavolo, sotto le vesti dell'oro nero, disposto a tutto, anche a calpestare senza pieta' gli affetti piu' personali, pur di arrivare al successo.
I momenti di cinema assoluto non mancano: in primo luogo, i memorabili 15 minuti iniziali, che sembrano usciti dal miglior Griffith. Ma sono impossibili da dimenticare anche alcuni momenti che segnano il rapporto ambivalente tra Plainview e suo "figlio": ad esempio tutti quelli in cui il bambino "viene usato" per carpire la fiducia delle varie famiglie; quello visivamente magnifico (molti sono i meriti dell'operatore Robert Elswit, capace con la sua sontuosa fotografia, di restuirci durante tutto il film persino l'odore e la viscosita' del petrolio) dell'esplosione del pozzo petrolifero, che costa l'udito al bambino. E ancora quello straziante in cui, senza esitazione, Plainview lo abbandona poi sul treno: un bambino sordo, non gli e' piu' utile: agghiacciante. Senza contare la sequenza per cui il film verra' ricordato un po' da tutti: mi riferisco ovviamente a quella "del battesimo", la pagina senza dubbio piu' intensa del film, quella che segna il momento di scontro tra l'anima capitalistica, spregiudicata e avida di Plainview e quella religiosa, invasata ed altrettanto assetata di potere del giovane predicatore. Grandi momenti che si alternano pero' a momenti di stanca. La ricerca dell'anticonvenzionalita' a tutti costi, non sempre paga. "There will be blood" e' infatti un film poco fluido, difficile nella sua antispettacolarita': un macigno insormontabile per buona parte degli spettatori, lungo e a tratti macchinoso, "pesante" (sebbene "pensante") come spesso lo sono i grandissimi film.
Per la parte attori, Daniel Day Lewis nel ruolo di Daniel Plainview e' certamente monumentale: difficile immaginare qualcuno piu' bravo nello scomparire dentro di esso: di mostrare meglio di lui l'avidita', la solitudine e la rapacita' del suo personaggio. E' incredibile. Bravissimo e convincente anche Paul Dano nei panni del predicatore.
Infine, un film consigliato per i cultori del cinema di frontiera, molto crudo, un pugno dritto allo stomaco.