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INTO THE WILD regia di Sean Penn

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david briar     5½ / 10  22/08/2011 13:18:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE!IL COMMENTO CONTIENE SPOILER!LA LETTURA E' SCONSIGLIATA A CHI NON VUOLE CONOSCERE DETTAGLI SULLA STORIA.


Un film lento, stucchevole e noioso in alcuni punti, che racconta la storia di un uomo che sceglie di affrancarsi dal resto della società per vivere in libertà.
Non discuto sulla filosofia di vita del protagonista, condivisibile fino ad un certo punto, ma alcune scelte che fa appaiono deliranti. Brucia i soldi che ha e poi va a lavorare per guadagnarne?E poi c'è una cosa che mi sembra decisamente incoerente in lui: sostiene di essere un amante della natura, della libertà e della vita, ma uccide gli animali con cui è a contatto per nutrirsi. Al posto che bruciare i soldi non poteva usarli per comprarsi le provviste necessarie? Si voleva rappresentare un'outsider in cui immedesimarsi, probabilmente, ma a tratti si ha solo l'impressione di vedere uno stupido.
Va detto che la regia di Sean Penn è troppo confusionaria nel raccontare una storia che vorrebbe essere semplice, si nota la sua inesperienza.
La sceneggiatura presenta degli sviluppi sicuramente interessanti, ma con alcune cose fuori posto(si poteva tagliare del tutto il personaggio di Kristen Stewart, e anche qualcos'altro, rendendo il film meno prolisso e più compatto e coinvolgente).
Un altro grande difetto è il fatto che secondo me non si sfrutta per niente la natura con cui viene a contatto il protagonista. Pensavo di trovare bellissimi paesaggi, invece le riprese sono troppo spesso sul personaggio principale, francamente poco entusiasmante.
Un altro grandissimo problema è che non emoziona, e per una storia del genere è grave. Forse ad alcuni ha emozionato, ma a me viene difficile emozionarsi per qualcuno di così irritante e contradditorio nelle sue scelte. Rifiuta dai genitori qualunque aiuto o regalo, ma poi molla casa sua per farne un'altra in un bus. Non mi sembra un gran cambiamento.
Anche nel finale, una delle poche cose che si salvano, l'unico brivido viene dato è dalle immagini sugli altri personaggi, e non dalla sofferenza di "Supertramp". Solo in quel momento capirà il suo errore:
"La felicità è reale solo se condivisa". Perlomeno questa frase cerca di ridimensionarlo, mentre per tutta la vicenda sembra di avere a che fare con un super-uomo capace in poco tempo di influenzare le persone.

Dopo aver elencato le principali mancanze della pellicola, veniamo ai pregi.
Prima di tutto il cast:
se Emile Hirsch è perfetto a rendere il suo personaggio, forse sono ancora più sorprendenti i comprimari:quelli che dovrebbero essere sulla carta i migliori, i premi Oscar Marcia Gay Harden e William Hurt, risultano alla fine i meno interessanti, ai livelli massimi solamente nell'ultima scena.
Jena Malone invece è straordinaria, disegna un personaggio purtroppo sacrificato, avrei voluto vederla di più in scena; Catherine Keener e Brian Dierker sono molto affiatati, lasciano la loro impronta nel film, così come Hal Holdbrook ed uno stupefacente Vince Vaughn.
Ma forse i più bravi in assoluto sono Thure Lindhart e Signe Egholm Olsen, compaiono qualche minuto, ma la loro è la scena più bella dell'intera pellicola.
Dipingono in pochissimo tempo dei personaggi veri e semplici, di cui ci si innamora subito, ed è un vero peccato che si rivedano solo alla fine, per qualche secondo. Decisamente loro sono la cosa migliore del film.

"Into the wild" ha grandi pretese, ma non soddisfa le aspettative, e soprattutto si ha l'impressione che sia troppo costruito e un po' falso. Ma forse è un problema mio.

Comunque vada, sopravvalutatissimo e non raggiunge la sufficienza.
junior86  26/01/2012 10:03:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti ricordo che è una storia vera, certo molte scene sono dovute a scelte sono registiche che possono avere un po stravolto la storia principale, ma molte cose (ad esempio stabilirsi in un pulmino) sono sicuramente successe, non vedo perché il regista debba cambiare le cose scegliendo di fare dormire il protagonista in una tenda per sempre...
Il fatto che bruci i soldi e che poi li voglia guadagnare sta a significare solamente che lui si costruisce la sua avventura giorno dopo giorno, evidentemente quando era scappato i primi giorni non si rendeva totalmente conto a cosa andava incontro e che cosa gli sarebbe servito per arrivare in Alaska, parlo di attrezzature.
E comunque stiamo sempre parlando di un essere umano, dovrà pure cibarsi in qualche modo! Amare la natura e fondersi con sé stessa significa inevitabilmente ritornare in un era primitiva in cui la caccia è l'unico modo per sopravvivere. Prova a sopravvivere per due anni con bacche, muschi e licheni!
david briar  26/01/2012 20:03:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Va bene,è una storia vera e magari è davvero andata così,ciò non toglie che tutte quello che fa il protagonista ha per me eliminato qualunque emozione nel vedere la sua avventura.Mi son sentito quanto mai distante da questo personaggio,che mi ha solo molto annoiato.Inoltre ho trovato il tutto piuttosto inconcludente.

Sono una delle poche voci fuori dal coro,evidentemente è una questione di gusti..
Andrea Cisonkik  28/05/2012 01:01:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
tu non hai non apprezzato il fiolm,ma la filosofia di vita del protagonista,quindi non fartene una colpa.tuttavia questo non può essere motivo di giudizio della pellicola.poi se non ti è piaciuta la regia o la sceneggiatura,questo è un altro discorso...
david briar  22/06/2012 15:58:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Veramente io non ho apprezzato il film per colpa della filosofia del protagonista e per colpa della sua caratterizzazione.La sua incoerenza e falsità mi ha impedito di essere coinvolto e di emozionarmi.E' un difetto di sceneggiatura,secondo me,anche se è una cosa soggettiva,comunque non trovo riuscita la caratterizzazione del protagonista e anche di altri personaggi,come i genitori,piuttosto stereotipati e anche poco approfonditi.Generalmente mi è sembrata superficiale.Quindi non mi è piaciuta la sceneggiatura,come pensavo di aver già fatto capire,e non mi ha fatto impazzire neanche la regia,come ho già scritto..
Andrea Cisonkik  24/06/2012 15:39:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Veramente io non ho apprezzato il film per colpa della filosofia del protagonista e per colpa della sua caratterizzazione" scusa non è quello che ho scritto io? cmq il personaggio è stato realmente così e quindi ti ripeto che può non esserti piaciuta la sua vita,mentre per quanto riguarda il resto stiamo in contrasto,ma come si dice:le opinioni diverse rendono il mondo bello!

david briar  22/02/2013 14:04:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Intendo dire che non mi ha convinto proprio la caratterizzazione del personaggio,non mi ha emozionato,l'ho trovata come ho già detto forzata.E lo considero un difetto di scrittura del personaggio.

Poi ovviamente ognuno ha i suoi gusti,però bisogna giustificare le proprie opinioni..