La vicenda di christopher/alex si dipana da quella grande tradizione letteraria americana e riassume in sé sia il vagheggiamento di un anarchismo giovanile e ribelle di un huckleberry finn che il richiamo verso i grandi spazi della natura narrati da jack london. In questo senso, tuttavia il film non scade mai in una visione documentaristica ma tutto, dalla singola foglia di ogni pianta ai grandi mammiferi della tundra gelata sembrano rappresentare le indispensabili parti dello scenario su cui si proietta il percorso di avvicinamento (a sé? alla saggezza? A di0?) cui supertramp arriverà negli ultimi attimi della sua breve vita.
Ma se nel caso dell’eroe di twain, questi fuggiva da un padre ubriacone e violento per vivere le sue avventure su una zattera del Mississippi, christopher/alex evade da una famiglia che lo ha allevato solo come un elemento funzionale per accrescere il proprio prestigio dinanzi alle convenzioni di un mondo borghese e benestante. Appare quindi subito chiaro come la fuga rappresenti la chiave portante del film ed è quasi naturale che nella prima fase la vicenda di christopher/alex costituisca un’apologia dell’on the road, saldamente ancorata alla scia della beat generation (con l’unica variazione spaziale che la meta è diventato il nord estremo e non più l’ovest che di selvaggio ha ormai ben poco). Tuttavia anche da questo canone alex si discosterà presto, scoprendosi lontano anni luce dall’anarchismo sterile di certi movimenti fricchettoni il cui stile di vita finto-alternativo è speculare agli agi dell’opulenza da cui molti di loro fuggivano. È il caso dei due danesi che chris incontra lungo la sua fuga in kayak e che ritroveremo più avanti a gioire inebetiti dinanzi ad una slot machine di las Vegas, città santuario del dio denaro.
La sua fuga non è votata al disimpegno, allo scarico di responsabilità, all’abbandono della morale e dell’etica, ma fa rivivere in chiave moderna e (sino ad un certo punto) laica le caratteristiche ascetiche e spirituali di un certo cristianesimo (in questo il suo integralismo verso una vita povera richiama le scelte spirituali di un francesco da assisi). Tuttavia da uomo moderno e laico, alex sacrifica alla ricerca di sé e della verità (secondo il suo ispiratore Thoreau) la possibilità di giungervi anche grazie all’amore che possono donargli gli uomini e le donne da cui fugge, scoprendosi anch’egli vittima di quell’egoismo che lo ha naturalmente contagiato e da cui solo in punto di morte si redimerà, per comprendere che uno dei significati più profondi della vita è che la felicità è tale solo quando è condivisa.