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PRIMAVERA, ESTATE, AUTUNNO, INVERNO... E ANCORA PRIMAVERA regia di Kim Ki-duk

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BlackNight90     9 / 10  23/08/2010 19:18:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Kim Ki-Duk, pittore oltre che regista, dipinge un'autentica poesia coi colori della vita, una poesia che contiene metafore, simboli ed ellissi disposti con grazia e semplicità ma in uno schema rigoroso, quasi a voler seguire una sua propria metrica dettata dallo spirito buddista; e in effetti Ki-Duk, a differenza di un qualsiasi Bertolucci, nel suo costuire un percorso ciclico, a prima vista così lineare e "prevedibile" agli occhi di noi occidentali, riesce a toccare i più profondi recessi dell'animo proprio per la sua sempllcità e austerità, messa in risalto esternamente da una fotografia e un paesaggio di folgorante bellezza.
'Primavera...' è una svolta nel cinema del regista coreano, prima violento ed estremo anche se non privo di lirismo: forse perché è un film che Kim voleva far recepire al maggior numero possibile di persone, non deve turbare gli animi ma entrare delicatamente nel cuore di chi guarda, come per osmosi visiva.
Ma nonostante ciò, la violenza è sempre presente, è una violenza innocente innata nell'uomo pronta ad emergere dal principio della sua vita (primavera) per turbare il suo karma, un equilibrio con l'universo messo ancora più in pericolo dalla scoperta della carne e del piacere (estate) dunque del desiderio; liberarsene sarà la via da seguire imparando su sè stessi, provando sul proprio corpo le passioni, la rabbia, la morte e la colpa che rendono l'anima tormentata e l'invadenza del mondo esterno (autunno), attraverso l'autodisciplina provare a riequilibrare l'armonia perduta, provare a liberarsi della pietra del dolore (inverno) e raggiungere finalmente un punto "alto" da cui poter osservare finalmente come il mondo che credevamo ci dovesse inghiottire sia solo un puntino galleggiante immerso nella natura, in universo pronto a ricominciare il suo ciclo perpetuo che continuerà fino a quando l'ultimo essere vivente smetterà di respirare, l'ultima stella smetterà di produrre energia e l'universo entrerà nell’ultima decade cosmologica, nella sua era oscura.
La poesia di Kim Ki-Duk abbraccia l'uomo e la natura come un tutt'uno prendendo la forma dell'enso, un cerchio aperto che nella scrittura buddista simboleggia l'universo come fusione di spirito e corpo.
Ma attenzione a non prendere 'Primavera…' come un film didascalico che vuole trattare di buddismo (o peggio ancora! diffonderlo), anzi Kim è stato chiaro, lui vuole parlare dell'uomo e delle sue sensazioni, e in base a quelle ognuno potrà recepire la sua opera.
E’ un film che vuole sì insegnare ma nell’accezione originaria del termine, cioè lasciare un segno nell’animo con la forza di un emozione che ha bisogno del silenzio per essere provata perché, lo Zen lo insegna, le parole non possono catturare la verità e bisogna lottare contro di esse.

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