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DEALER regia di Benedek Fliegauf

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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89     10 / 10  26/06/2013 12:35:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La bellezza di questo film è inversamente proporzionale alla sua reperibilita', una gemma oscura che mischia le atmosfere cupe del primo grandrieux ( sombre) al paesaggio ipnotico e fatiscente de ' l'imbalsamatore' di garrone.
Sin dai titoli di testa lo spettatore viene risucchiato in un vortice di desolazione e male di vivere senza precedenti, nonostante la storia sia antinarrativa ai massimi storici Fliegauf con inquadrature pressochè perfette riesce a trasmettere un senso di disagio e degrado che ci accompagnera' per tutti e 136 i minuti e anche oltre, si, perchè DEALER è un opera dolorosissima che lascia strascichi anche molti giorni dopo la visione.
A dispetto del titolo questo non è un film incentrato sulla droga, perlomeno non è il classico film sulla droga a cui siamo abituati, la storia gira tutta attorno al protagonista ,un pusher ex tossico senza nome, un personaggio al di la del bene e del male che sembra indifferente al dolore che lo circonda perchè lui è il primo ad essere stato svuotato fino all'osso,(il massimo dell'umanita' e dell empatia che riesce a mostrare sono qualche passeggiata con la sua pseudo figlia e iniettare un ultima dose all amico morente in un letto d'ospedale) che opera in una citta' fantasma popolata da personaggi borderline che sono stati svuotati di tutto cio' che potrebbe aiutarci a definirli ancora umani, il degrado e l'aria di morte imminente che ci mostra Fliegauf colpisce tutti e non guarda in faccia nessuno : si passa dalla studentessa che voleva sballarsi e ora è in stato catatonico ( agghiacciante la scena della vasca da bagno...quei lamenti in loop ancora mi tormentano),al capo di una setta religiosa in crisi d'astinenza,a una madre che è disposta ad anteporre il bene della figlia x un ultima dose....nessun personaggio in questa storia ha margini di redenzione, perfino la bambina sopra citata ha gia' capito come gira il fumo ed è rassegnata alla tossicodipendenza cronica della madre ormai ridotta a un cencio umano.
Nessuno esce dal giro, e se non è quello della droga è quello della disperazione, tutti hanno dentro un vuoto incolmabile che li divora giorno dopo giorno, cè chi placa gli istinti suicidali con l'eroina e chi fissando una pozzanghera sotto la finestra dalla quale è precipitata la moglie, ma in ogni caso non cè via di fuga, non cè piu' speranza, forse non cè mai stata, l'unica luce alla fine del tunnel è quella artificiale del solarium....

Poi di nuovo il buio.