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LA NONA PORTA regia di Roman Polanski

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amterme63     5 / 10  09/04/2011 10:59:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'unica cosa apprezzabile del film è il lavoro di coinvolgimento dello spettatore, la cattura dell'interesse e delle emozioni, tramite uno sviluppo che lascia intravedere e immaginare, senza spiegare e mostrare.
Il film finisce qui. Si risolve in un semplice mezzo per distrarre e conturbare lo spettatore. Punto. La sceneggiatura e la storia fanno acqua da tutte le parti, i personaggi sono lasciati nel vago e per nulla approfonditi, in pratica il film non lascia alcun messaggio, non ha nessun risvolto né etico né estetico diretto.
Il fatto che si ritenga superfluo spiegare e mostrare, indirettamente ci suggerisce che dello spirito critico dello spettatore a Polanski interessa pochissimo. Si dà per scontato che certi stereotipi, luoghi comuni, miti della finzione e della sub-cultura popolare, siano così diffusi e radicati (il demoniaco e il suo fascino che hanno ormai sostituito il divino in ogni espressione spicciola popolare) che costituiscano da soli l'esperienza e la realtà di ogni soggetto e che quindi non siano vincolati dalla "verosimiglianza". I tanti delitti, disgrazie, inseguimenti, apparizioni improvvise, le miriadi di avvenimenti inspiegati valgono come fatti dell'universo del finto e come tali non hanno bisogno di spiegazioni. Imbecille quello che si azzarda a domandarsi come mai, perché, a che serve! L'importante è distrarre e non fare pensare.
Il fantastico e l'immaginario in sé non sono negativi, quando vengono trattati come tali. Dà molto fastidio quando vengono fatti passare, fatti percepire come realtà, cancellando di fatto la realtà vera.
Le ragioni dei personaggi vengono lasciate molto nel vago. Cosa cercano nel "demoniaco"? Corso poi è un personaggio assolutamente irrisolto, né carne né pesce. Non è positivo (è un arrivista, pensa solo ai soldi) ma nemmeno negativo (si riguarda nel fare atti crudeli e lo fa solo per legittima difesa o per pietà). Simboleggia l'irrilivenza che ha l'etica nel vivere moderno, governata com'è dalla voglia di uscire dall'alienazione.
Balkan è assolutamente convenzionale. C'è poi il personaggio interpretato da Emmanuelle Seigner, che impersona non si sa chi (forse il demonio o un suo emissario) e che è assolutamente inverosimile e stilizzato.
Anche stilisticamente è tutto un florilegio di convenzioni prese di peso dall'armamentario ultrausato del cinema classico. C'è anche una folle corsa in una macchina scoperta con i personaggi con i capelli fermi che parlano amabilmente!
La conclusione lascia intatti tutti gli interrogativi e addirittura ne aggiunge altri. L'unica impressione che ne esce fuori dalla lunga ed estenuante visione è la glorificazione del femminile. Per Polanski il vero "demoniaco" non è altro che il fuoco e la passione che può dare una donna misteriosa, affascinante, conturbante ed erotica. Ha scoperto l'acqua calda.