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I DIARI DELLA MOTOCICLETTA regia di Walter Salles

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Invia una mail all'autore del commento Morfeo     9 / 10  15/06/2004 19:27:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un film molto ben fatto, per chi come me ha vissuto in Bolivia ed ha conosciuto uno del plotone d'esecuzione del CHE (che per inciso è rimasto segnato dal personaggio che combatteva in un modo incredibile), insomma non potevo perdermelo.
Racconta di un viaggio, di una maturazione, ed il viaggio rispecchia l'essenza del sudamerica, ogni musica nel film tratteggia l'anima dei luoghi, si inizia con un tango aristocratico, ma poi si passa alla chacarera mentre la moto arranca per le ande, la musica diventa un canto corale, così come i visi in bianco e nero, l'umanità dispersa e marginale, i mercati e "l'alma popular" di latinoamerica.
Buone le interpretazioni e fedeli ai personaggi, per quanto si possa dire ernesto guevara era inflessibile e generoso con se stesso prima che con gli altri.
Il regista disegna bene i tratti di due giovani che vogliono donne ed avventura, argentinamente fanfaroni, ma uno dei due era caparbio, non scendeva a compromessi, ma con la capacità rischiare la vita per conservare del danaro e donarlo come un nonnulla a chi poteva averne bisogno.
La regia è splendida come i paesaggi polverosi, che mi hanno fatto ricordare una frase di Bertold Brecht, la trovo splendida per finire queste righe troppo decisamente troppo acritiche per parlare solo del film.

Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi.
Ci sono altri che lottano un anno e sono più bravi.
Ci sono quelli che lottano molti anni e sono ancora più
bravi. Però ci sono quelli che lottano tutta la vita, essi
sono gli imprescindibili.