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I DIARI DELLA MOTOCICLETTA regia di Walter Salles

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Pink Floyd     9 / 10  17/11/2007 16:58:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Di messaggi politici onestamente ne ho visti pochi.
A mio avviso "i diari della motocicletta" va spogliato da questa veste al fine di abbracciare a pieno la componente del viaggio come metafora della scoperta. Non va ricercata nel lavoro una biografia del giovane Che , ne tantomeno come detto da qualcuno, un'agiografia: ci troviamo dinanzi a un diario, a stralci di confessioni fatte da un ragazzo timido, voglioso di emozioni, assetato di conoscenza e bellezza. Un ragazzo di nome Ernesto Rafael Guevara De la Serna.

Se letto in questo modo il film appare un semplice e puro road movie basato sull'amicizia fraterna e sull'amore per il prossimo.
Un'opera che non testimonia segni di moralità o stereotipi, ma che, con la sua fotografia mozzafiato dell'America latina sta lì a mostrarci le realtà, le facce della gente comune che suda, lotta, vive; gente che sa bene quale sia il significato del vocabolo sofferenza, ma non per questo rinuncia a danzare ad ogni occasione, a gioire per un goal ad una partitella di calcio tra malati terminali, ad amare con passione.

A contraddistinguere la pellicola è uno stile ruvido e naturale che di costruito ha davvero poco; uno stile che rende in maniera ottimale la mentalità della gente e le emozioni che un'esperienza del genere può suscitare, supportato dalle esibizioni veramente spontanee dei due attori protagonisti Gael Garcia Bernal (da notare già in "La mala educacion" di Almodovar) e Rodrigo de la Serna.

La tematica del viaggio viene affrontata scavando a fondo nelle radici di differenti popoli dello stesso continente, toccandoli con mano e scambiandosi emozioni, per giungere infine ad una meta quanto mai insaspettata: i due giovani ragazzi scopriranno bellezza e dignità, in un processo di trasformazione che li porterà ad un enorme arricchimento umano dovuto ad un naturale innamoramento della vita.